Finto professore accusato di aver lasciato morire i genitori: le bugie raccontate agli investigatori

Il padre malato, denutrito e morto sette giorni dopo, la madre deceduta nel letto: ecco le dichiarazioni del figlio e tutte le bugie raccontate

Shock ad Aprica, una località di montagna che negli anni Settanta è cresciuta incredibilmente grazie al turismo legato agli sport invernali e agli appassionati di alta quota. In provincia di Sondrio, nella ridente Valtellina, nelle ultime ore questa bellissima meta di sport e divertimento è diventata il triste teatro di una storia tremenda dove, alla morte, si accompagnano anche l’abbandono e l’incuria: ecco cos’è successo.

Accusato di aver lasciato morire i genitori
Accusato di aver lasciato morire i genitori: le bugie del finto professore (milano.cityrumors.it / ansafoto)

Venerdì scorso, in una casa situata in via Europa al civico 106, i Carabinieri hanno trovato una situazione scioccante. Un uomo giaceva nel letto con una gamba in cancrena e in evidente stato di malnutrizione. A fianco a lui sua moglie di 91 anni senza vita e, probabilmente, deceduta già da diversi giorni. In casa con loro il figlio di 60 anni che, al momento della scoperta, si trovava sul divano con la tv accesa: ecco le sue dichiarazioni.

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Le dichiarazioni del figlio

Chiamati dai vicini a causa dell’odore nauseabondo che proveniva da casa Monticelli, i Carabinieri quando sono entrati e si sono trovati di fronte ai due anziani, una senza vita e l’altro in gravissime condizioni, la prima persona a cui si sono rivolti è stata il figlio della coppia. Lui si chiama Antonio, ha 60 anni e, al momento dell’arrivo dei Carabinieri, si trovava sul divano con la tv accesa. “Qui è tutto a posto“, pare avrebbe detto ai Carabinieri durante una prima telefonata esplorativa, dopo la segnalazione a causa dell’odore.

Accusato di aver lasciato morire i genitori
Accusato di aver lasciato morire i genitori: le bugie del finto professore (milano.cityrumors.it / ansafoto)

Secondo le poche testimonianze che si riescono a raccogliere dai cittadini di Aprica, che non vogliono parlare anche a causa dello shock, sembra che Antonio uscisse poco di casa e non parlasse con nessuno. La sua vita si svolgeva all’interno di quella casa, con le tapparelle sempre abbassate. Ad Aprica si era trasferito con madre e padre durante il periodo della pandemia: residenti a Verona, avevano deciso di andare ad Aprica per vivere quel periodo difficile in una zona più al verde. Qui, però, la situazione dev’essere precipitata e quelle quattro mura, inizialmente rifugio contro la pandemia, sono diventate una prigione.

Lo chiamano Il Padania

Secondo le prime ricostruzioni, sembra che un mese fa Antonio fosse ritornato a Borgo Trento di Verona, dove viveva fino al 2020. Ne riferisce un edicolante che, parlando di lui, usa il nome “Il Padania” poiché acquistava sempre il giornale della Lega. Di lui dicono che tendesse alla menzogna: Antonio, infatti, si descriveva come un docente universitario e, infatti, si aggirava con una borsa al seguito e con degli abiti tipici da professore. Altro dettaglio particolare il suo stile: anche in pieno agosto, vestiva sempre e solo con un gilet di lana.

Sembra che Antonio vivesse solo ed unicamente grazie alle pensioni dei due genitori e che, sulla base delle parole di chi l’ha conosciuto quando era solo un ragazzo e che lo descrive come una persona aperta ed altruista, nel corso della sua vita sia successo qualcosa, un evento traumatico che ne ha cambiato la personalità. Oggi è indagato per abbandono di incapace, aggravato dal vincolo famigliare e, al momento, si trova nel reparto di Psichiatria dell’ospedale di Sondrio.

Lo stato dei genitori

Quando i Carabinieri sono entrati in casa, hanno trovato una situazione scioccante. La madre Anna Maria si trovava sdraiata nel suo letto e, dalle prime rilevazioni, sembra che fosse morta da almeno due settimane. La causa della morte è da attribuire con ogni probabilità ad un prolungato abbandono e non si evidenziano eventi traumatici. Il marito Giorgio, ex geometra, si trovava invece in stato di denutrizione e di disidratazione: portato all’Ospedale di Sondrio aveva subito l’amputazione di una gamba. Nonostante il ricovero in Terapia Intensiva, però, per lui non c’è stato niente da fare. Sul suo corpo martedì verrà eseguita l’autopsia.

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