Omicidio di Villa Litta, l’appello dei figli di Marilena Negri: “Qualcuno ha delle responsabilità”

Valentina, Luca e Andrea Manfredi, i figli di Marilena Negri, la donna di 67 anni trovata morta nel novembre 2017 a seguito di una serie di coltellate infertele mentre passeggiava nel parco di Villa Litta a Milano, hanno scritto una lettera aperta a seguito della notizia secondo cui la Procura di Milano starebbe procedendo con una richiesta di archiviazione dopo che per un anno e mezzo le indagini sarebbero state del tutto infruttuose.

I figli della vittima hanno deciso di esprimere la propria rabbia in particolar modo per il malfunzionamento delle telecamere del parco. “Se quelle telecamere avessero funzionato correttamente, forse oggi conosceremmo il volto dell’assassino di nostra madre”, scrivono. Le telecamere non mancano nella zona, ma gli obiettivi erano puntati “ad un metro da dove giaceva nostra madre, puntavano dritto verso gli uccelli, sui tetti di Villa Litta. Giustamente i tecnici, prontamente chiamati, il giorno seguente erano già al lavoro per ricalibrarli”.

Nella lettera i tre figli aggiungono che “se è pur vero che non c’è legge che impone al Comune di porre telecamere di sorveglianza,  è anche vero che chi aveva in carico il servizio da offrire al cittadino doveva, quantomeno, controllarle e verificarne il corretto funzionamento. Qualcuno delle responsabilità riguardo questa imminente archiviazione ce le ha poiché c’è un balordo ancora in giro, chissà dove, che potrebbe rovinare altre vite, altri sogni, altre famiglie.  Il caso rimarrà insoluto ancora chissà per quanto tempo, quando, magari, con più precisione, attenzione e responsabilità tutto il lavoro della Polizia speciale poteva essere evitato o facilitato”.

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