Talpa al Tribunale fallimentare, sette arresti per associazione a delinquere

Sono sette le persone arrestate dal nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza di Milano. Di queste, tre sono finite in carcere e altre quattro ai domiciliari. In più è stato ordinato l’obbligo di dimora per otto persone, tra le quali un ex cancelliere in pensione da ormai cinque anni accusato di essere una “talpa” all’interno del Tribunale fallimentare di Milano.

Secondo le indagini, gli arrestati farebbero parte di un’organizzazione alla base di un raggiro per incassare “crediti irreperibili” non riscossi dai creeditori. Nella nota del procuratore della Repubblica di Milano, Francesco Greco, si sottolinea come gli accusati abbiano dimostrato “una notevole ‘capacità organizzativa’ ed ‘intellettiva’ nell’inserirsi illecitamente nelle maglie del sistema normativo cogliendone le ‘falle'”.

“Nello specifico – si legge ancora nella nota – la legge fallimentare prevede che, in occasione della ripartizione degli attivi, decorsi cinque anni dal deposito presso l’ ufficio postale o la banca, le somme non riscosse dagli aventi diritto e i relativi interessi, di non richieste da altri creditori, rimasti insoddisfatti, sono depositate nel Fondo unico Giustizia. Successivamente, venivano predisposte false operazioni di cessione del credito ‘retrodatandole’ rispetto alla data di morte dei legittimi creditori delle procedure, con la compiacenza di un funzionario del comune di Ome (Brescia), addetto all’autentica delle firme”.

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