Tragedia in provincia di Lecco: escursionista precipita dal monte Due Mani sotto gli occhi del compagno

Bellabio, muore escursionista 26enne. Il giovane precipita dal monte Due Mani, fatale lo schianto. Seconda vittima in poche settimane.

Bellabio, in provincia di Lecco, è molto ambita per via del Monte a Due Mani. 1666 metri di altezza e la vita viene messa alla prova da emozioni e traguardi che solo scalare cime dalla simile altezza possono garantire. Questo è sempre stato il sogno di un 26enne che purtroppo ha perso la vita nel cercare di realizzarlo.

Monte Due Mani
Monte Due Mani, morto un 26enne (ANSA-MilanoCityRumors.it)

La tragedia sotto gli occhi del compagno di scalata 27enne. Un anno di differenza in cui c’era tutto, forse anche un pizzico di quel destino beffardo che ha deciso di dire basta. La caduta per centinaia di metri, poi lo schianto e null’altro da fare. I soccorsi, con tanto di elicottero sono arrivati, ma è stato tutto inutile.

Precipita dal monte Due Mani: nulla da fare per escursionista 26enne

Una disgrazia che è stata l’epilogo di settimane da dimenticare. Le protezioni c’erano tutte, ma secondo gli esperti era anche una questione di distanze e conformazione della cima. Il Due Mani non è facile da affrontare: lo testimonia la morte di un 76enne che ha provato a fare lo stesso qualche giorno fa, con il medesimo esito.

Due Mani morte
Escursionista morto sul Due Mani (ANSA-MilanoCityRumors.it)

A San Valentino la dipartita ha segnato la giornata dalle parti di Grignetta. La beffa è doppia perchè l’uomo sarebbe stato anche alpinista. Tutte persone esperte beffate dalle circostanze. Il 26enne praticava alpinismo da sempre, appassionato di scalate, ma mai imprudente. Tanti come lui, non solo in queste zone di Lecco.

Le vittime sul territorio

La situazione resta sotto controllo per cercare di mettere ancora insieme i pezzi. Anche se ormai la dinamica sembra piuttosto chiara. Da registrare, sempre sul territorio di Bellabio, la morte di un bambino di 4 anni caduto malamente in bicicletta. Un altro addio non previsto: il conto delle vittime comincia a salire, ma gli esperti precisano che questo non dev’essere un cattivo sport per una disciplina che va avanti da centinaia di anni con la stessa meticolosità.

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Catalogare ogni dipartita alla voce “rischi del mestiere”, però, non è una cosa semplice. Ancor più per familiari e amici che non smettono di cercare risposte, mentre provano a scalare la montagna del dolore, fra lacrime, dubbi e ostacoli rimasti ancora in sospeso.

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