Violenza di Vimercate: la donna aveva un comportamento “disinvolto”, sconto di pena per lo stupratore

La Corte di Appello di Milano ha ridotto la pena a un uomo condannato per stupro.

I fatti risalivano al 2019 e si erano svolti a Vimercate, in provincia di Monza.
Dopo l’ennesima lite, alimentata dai presunti incontri con altri uomini conosciuti su Facebook, la roulotte dove vivevano un uomo di 63 anni e la sua compagna di 43, entrambi di origine romena, era diventa il teatro di una lunga serie di violenze.
Prima la minaccia di morte con un coltello, poi gli spintoni che avevano mandato in frantumi il cellulare della donna, poi i colpi inferti prima con l’uso di un tavolino e poi a mani nude provocando lividi sul viso e sulla schiena. Per finire la violenza sessuale.
Solo l’intervento della figlia aveva permesso l’arrivo dei Carabinieri e il soccorso della donna che era stata poi ricoverata alla clinica Mangiagalli di Milano con una prognosi di 30 giorni.
L’uomo era stato arrestato e poi processato ricevendo una condanna a 5 anni di reclusione.

Fino al passaggio in appello e alla riduzione della pena a 4 anni e 4 mesi.
A suscitare clamore non è tanto lo sconto di pena ma le motivazioni che si possono leggere nel ricorso, redatto dal giudice relatore Francesca Vitale.
Si parla, infatti, di “contesto familiare degradato, caratterizzato da anomalie quali le relazioni della donna con altri uomini, dall’imputato quasi favorite o comunque non ostacolate finché lei rimase incinta di un altro soggetto”.
L’accusato viene descritto come “soggetto mite e forse esasperato dalla condotta troppo disinvolta della convivente, che aveva passivamente subìto sino a quel momento”.

In pratica resta intatto il valore della condanna per sequestro di persona ma viene si sottolinea “l’eccessività del trattamento sanzionatorio” per l’accusa di stupro.

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