Il Sindacato Infermieri Italiano lancia la campagna #maipiùcomeprima

Guardarsi negli occhi, seppur attraverso il velo di uno schermo, che rappresenta, al momento, il solo strumento possibile per comunicare: raccontarsi e raccontare le proprie esperienze vissute sul “campo di battaglia”. E soprattuto, nella Giornata Internazionale della celebrazione degli infermieri, ribadire l’unità di intenti e gli obiettivi comuni che rappresentano l’unica strada percorribile per arrivare lontano.

Organizzata dal Sindacato Infermieri Italiani, il Nursing Up, con il supporto delle sedi territoriali ottimizzato dal coordinamento della Regione Piemonte, nel pomeriggio del 12 maggio si è tenuta una video conferenza nazionale che ha visto l’attiva partecipazione di esponenti da tutto il territorio nazionale. Il sindacato ha chiamato a raccolta gli infermieri , un’occasione di valore assoluto per rafforzare il legame tra gli operatori sanitari, tra coloro che, reduci da quasi tre mesi  di lotte “senza esclusione di colpi” contro la pandemia, hanno sentito il bisogno di condividere pensieri, drammi, esperienze, gioie, momenti di vita vissuta in quelle corsie che rappresentano la loro seconda casa, il luogo in cui si sono salvate esistenze non solo di pazienti, ma prima di tutto di persone, quelle che sembravano non dovercela fare. Racconti anche amari di sconfitte subite a testa alta, ma che lasciano, dentro, un segno indelebile che ha cambiato e cambierà le loro vite per sempre.

Interventi mirati e distinti, frutto, da un lato, di esperienze diverse, che però, come ha sottolineato nel suo intervento il Presidente nazionale Antonio De Palma, riassumendo i punti nodali che stanno a cuore alla categoria, sono straordinariamente frutto di legame e di sintonia.

De Palma entra nel merito delle “falle strutturali” di una imbarcazione che rischia di colare a picco: la “tempesta” covid-19 ha messo a nudo tristi verità come un’onda anomala che nessuno si attendeva ma che non è stato facile fronteggiare: dietro l’apparente bellezza estetica della nave (il sistema sanitario italiano) si celano materiali scadenti. A capo poi del veliero ci sono troppi capitani, molti dei quali anche poco efficienti e incapaci di ascoltare i loro sottoposti, quei marinai che nei momenti di difficoltà hanno evitato, con il loro impegno, che succedesse il peggio.

Commovente e doloroso è stato il racconto del giovane Piergiorgio Maniglia, infermiere di Trento, ma di origine siciliana, che ha esposto ai presenti i difficili momenti che ha vissuto sulla propria pelle. I primi terribili giorni, in cui i colleghi si ammalavano, la tosse, la mancanza di respiro, l’amara consapevolezza che se si era ammalato il suo compagno di lavoro, quasi certamente, poteva essere stato contagiato anche lui. L’organizzazione dei reparti stravolta, il caos incredibile che ne derivava e poi ancora i turni massacranti fino a perdere la coscienza, senza dimenticare la solitudine dei pazienti, il loro vivere la malattia senza il conforto dei parenti, dei familiari. Lo stress psicologico, non solo quindi fisico, dell’aver vissuto, da parte degli infermieri, da protagonisti loro malgrado, i drammi altrui, i drammi di persone che non erano più solo pazienti ma diventavano giorno dopo giorno parte di un’unica famiglia.

E poi si è parlato delle conseguenze psicologiche per gli infermieri, vittime di stress post traumatico, e del brillante lavoro del sindacato nel creare sportelli di sostegno di regione in regione, per dare supporto ai colleghi afflitti da sintomatologia grave, come panico, problemi di umore, incubi notturni. Verso la fine dell’evento, i presenti hanno condiviso il lancio della nuova iniziativa social “#mai più come prima”, visionabile anche sul sito Nursing Up all’indirizzo www.nursingup.it: «Ora vi chiediamo più che mai di scendere in campo, di essere protagonisti del vostro presente e del vostro futuro, inviateci una foto, offriteci la vostra fondamentale testimonianza e raccontateci come vorreste la sanità del futuro. Solo così potremo continuare a denunciare, a scavare nel profondo di quanto succede nel complesso panorama sanitario di questo paese. Le vostre voci sono e saranno lo strumento straordinario, le armi, per permetterci di continuare a combattere. Perchè noi non ci fermeremo».

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