Quarta ondata: lo confermano i numeri di Fondazione Gimbe

Il monitoraggi indipendente della Fondazione Gimbe ha stabilito, sulla base dei numeri, che siamo entrati nella quarta ondata pandemica.

La settimana 21-27 luglio, infatti, ha registrato un incremento del 64,8% di nuovi casi, del 42,6 degli attualmente positivi, del  42,9 delle persone in isolamento domiciliare, del 34,9 di ricoveri con sintomi e del 24% delle terapie intensive.

“Continuano a salire – ha commentato Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione – i nuovi casi settimanali, sottostimati dall’insufficiente attività di testing e dalla mancata ripresa del tracciamento dei contatti, reso sempre più difficile dall’aumento dei positivi”. Per poi concludere: “Il virus circola più di quanto documentato dai nuovi casi identificati: di fatto siamo entrati nella quarta ondata”.

Anche il dato sull’incidenza ha fatto registrare un aumento tanto che in oltre 40 Province l’incidenza supera i 50 casi per 100.000 abitanti mentre a Caltanissetta, Cagliari e Ragusa il dato è superiore a 150.

Sul fronte dei ricoveri, ha spiegato Renata Gili, responsabile ricerca sui Servizi sanitari: “Dopo i primi segnali di risalita registrati la scorsa settimana si conferma un lieve incremento dei ricoveri che documentano l’impatto ospedaliero dell’aumentata circolazione virale”.
Complessivamente, il numero di posti letto occupati da parte di pazienti covid in questa quarta ondata è passato dai 1.088 del 16 luglio ai 1.611 del 27 luglio e quello delle terapie intensive dai 151 del 14 luglio ai 189 del 27 luglio.

Per quanto riguarda i vaccini, degli oltre 4,5 milioni di italiani di età compresa tra 12 e 19 anni, poco più di 670 mila (14,7%) hanno completato il ciclo vaccinale e quasi 765 mila (16,8%) hanno ricevuto solo la prima dose: in questa fascia di età il 68,5% risulta quindi ancora totalmente scoperto, con differenze regionali molto rilevanti.

Al discorso vaccini si collega la prossima riapertura delle scuola per quanto riguarda studenti e personale scolastico. Secondo la Fondazione, infatti, puntare sulla vaccinazione non basta, almeno per tre motivi: il primo riguarda la quantità di vaccini dispononili dopo che Aifa ha stabilito che Moderna può essere somministrato anche alla fascia di età 12-17 anni; se questo è lo scenario, non è pensabile un’adesione massiva da parte dei diretti interessati senza dover rimodulare tutta la campagna finora impostata. Da ultimo questo scenario impedisce di arrivare all’obiettivo di vaccinare il 65% di questa popolazione come pianificato dal generale Figliuolo.

A detta della Fondazione, accanto ai vaccini, vanno affrontati gli stessi elementi di criticità riscontrati lo scorso anno in primis lo screening periodico di studenti e docenti e il nodo trasporti tenendo conto che per la popolazione sotto i 12 anni non c’è vaccino.
Sempre su questo fronte, nell’ultima settimana il numero di somministrazioni di vaccini ha conosciuto “un lieve calo”, con una media di 528.285 inoculazioni al giorno. “Il numero di somministrazioni giornaliere – ha spiegato ancora Cartabellotta – stabile ormai da settimane, non riesce a decollare sia per il mancato utilizzo dei vaccini a vettore adenovirale per le prime dosi, sia per la limitata disponibilità di quelli a mRNA”.
Da ultimo, questa quarta ondata si caratterizza per la dominanza della variante delta.

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