La protesta ambientalista a Milano: letame a forma di cuore davanti Regione Lombardia

L’ennesima protesta ambientalista del movimento Extinction Rebellion è andata in scena a Milano. Ad essere presa di mira questa volta è l’ingresso della Regione Lombardia. La denuncia nel giorno dedicato all’amore con cumuli di letame a forma di cuore

Ritornano gli attivisti del movimento Extinction Rebellion e questa volta la protesta prende di mira la sede della Regione Lombardia a Milano. Dopo le ultime due proteste del movimento che hanno imbrattato con della vernice rossa l’Arco della Pace e i Navigli colorati di verde, questa mattina gli ambientalisti per il clima si sono presentati davanti alla sede del Consiglio Regionale con un cumulo di letame a forma di cuore.

protesta ambientalisti
Milano, nuova protesta ambientalisti: presa di mira la Regione Lombardia con cumuli di letame a forma di cuore (milano.cytumors.it)

La metafora, nel giorno di San Valentino è quello “dell’amore tossico tra governo e clima” e “di ciò che stiamo vivendo”. Nello stesso momento, un’altra manifestazione simile era in atto a Torino, alla Cassa depositi e prestiti, dove i manifestanti hanno portato sabbia e fieno per protestare contro le politiche climatiche delle istituzioni.

Obiettivo: Regione Lombardia

La protesta, o meglio le due proteste, andate in scena oggi hanno visto come protagoniste Milano e Torino. Gli attivisti hanno scelto appositamente la data di oggi, 14 febbraio, giorno dedicato all’amore, come simbolo del “mancato amore verso l’ambiente da parte delle istituzioni”.

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Milano, nuova protesta ambientalisti: presa di mira la Regione Lombardia con cumuli di letame a forma di cuore (milano.cytumors.it)

La denuncia del movimento Extinction Ribellion, scrive il gruppo in un comunicato stampa, come riporta anche il Giorno, nasce “dall’ipocrisia di chi governa la politica e la finanza, sia a livello nazionale che regionale”. Nel capoluogo Lombardo alcuni giovani ambientalisti si sono incatenati tra loro mentre un violino di sottofondo accompagnava la protesta.

L’obiettivo scelto dal gruppo ambientalista è stata la Regione Lombardia perché, secondo quanto hanno sottolineato i rappresentanti ambientalisti: ha “contrastato attivamente la direttiva europea sull’inquinamento atmosferico ed è una delle regioni con il più alto consumo di suolo. Il governo nazionale, invece, ha annunciato di voler continuare a investire in combustibili fossili, in particolare nel gas”.

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La crisi climatica

Le ragioni su cui si fondano le proteste degli ambientalisti in Italia e in Lombardia in modo particolare, poggiano sulle conseguenze che i combustibili fossili causano al clima con un riscaldamento globale che a sua volta è responsabile dell’aumento di fenomeni meteorologici sempre più disastrosi come nubifragi violenti e siccità.

Questi effetti si registrano con maggiore frequenza e sempre di più anche in Lombardia. Basta pensare che in pochi mesi Milano ha registrato il giorno più caldo degli ultimi 260 anni, l’autunno più caldo di sempre, inquinamento e smog ai massimi livelli e il record storico di eventi climatici estremi.

La critica degli attivisti

Quello che viene, in modo particolare, criticato dagli attivisti del movimento ambientalista al governo Meloni è il Piano Mattei di “investimento di 5,5 miliardi, di cui 3 provenienti dal Fondo italiano per il clima, gestito proprio da cassa depositi e prestiti, il cui azionista di maggioranza è il Ministero dell’Economia e delle Finanze”.

Nel comunicato stampa, infatti, si denuncia che “Cassa depositi prestiti è centrale nella progettazione di queste nuove infrastrutture per il trasporto di Gnl, giustificate dalla crisi energetica nel discorso politico, ma destinate in gran parte all’export. Così centrale da essere stata citata in giudizio da Greenpeace e Recommon, con Eni e il Ministero delle Finanze, con l’accusa di lobbying e greenwashing, la cui udienza sarà proprio il 17 febbraio”.

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