Processo Taroni: anche l’appello bis si pronunciato per la condanna

Anche l’appello bis di Laura Taroni, l’infermiera dell’ospedale di Saronno condannata per aver somministrato un mix fatale di farmaci a sua madre e a suo marito nel 2012 e nel 2014, ha confermato la condanna a 30 anni di carcere per la donna.

La vicenda si inserisce tra le morti sospette all’interno del Pronto Soccorso di Saronno nella quale è coinvolto anche un ex medico del nosocomio, Leonardo Cazzaniga.
Ne era seguita un’inchiesta condotta dai Carabinieri della compagnia di Saronno guidati dall’allora capitano Giuseppe Regina.

La sentenza di primo grado, pronunciata dal tribunale di Busto Arsizio si era già espressa per questa condanna a carico di Taroni nel luglio del 2019, sentenza poi confermata anche dalla Corte di Appello di Milano.

Al secondo pronunciamento si è arrivati perché la Cassazione aveva annullato con rinvio quella sentenza perchè, a suo giudizio, non si era indagato a dovere sullo stato mentale di Laura Taroni al momento degli omicidi di cui era accusata.

Era stata quindi disposta una nuova perizia psichiatrica che aveva però giudicato l’ex infermiera “capace di intendere e volere”.
Da qui il secondo pronunciamento da parte del sostituto pg Nunzia Ciaravolo che risale a lunedì 8 febbraio di quest’anno e che, ripercorrendo le diverse fasi della vicenda, ha parlato di “lucida volontà di uccidere”.

Nel corso della stessa udienza si sono pronunciati anche gli avvocati dell’imputata che hanno letto una sua lettera in cui dice: “In carcere ho ritrovato serenità, penso ai miei figli e alla possibilità di riabbracciarli”.

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