La parola non detta, due amici, al Piccolo Teatro

Il Piccolo Teatro mette in scena, dall’11 al 30 gennaio, lo spettacolo “Pour un oui ou pour un non” con Franco Branciaroli e Umberto Orsini dove si riflette sulla parola.

Opera della scrittrice francese Nathalie Sarraute, una delle più importanti scrittrici francesi della seconda metà del Novecento, la pièce ruota intorno alla forza delle parole, specie quelle non dette, e sul loro potere di intaccare un’amicizia di lungo corso.
La trama si dipana attorno a due uomini che si ritrovano dopo un distacco per motivi mai chiariti del tutto e si soffermano sulle ragioni che lo hanno provocato. Scoprono così che sono stati i silenzi intercorsi e le parole non dette, ma soprattutto la loro intonazione ambigua, a deformare, alla lunga, il dialogo tra di loro giacché ogni parola aveva un peso diverso a seconda di come ci si sentiva in quel preciso momento.

Ecco che, allora, la parola si fa portatrice di ferite profonde e insanabili.
Il dialogo si trasforma allora in un gioco a chi riesce a massacrare meglio l’altro e, forse anche per questo, alla pièce erano necessari due attori, Orsini e Branciaroli, che ben conoscono e la parola e le assi del palcoscenico.
Li guida in questo viaggio la regia di Pier Luigi Pizzi che torna alla prosa, il suo primo amore, proprio con questo spettacolo.
Per informazioni su biglietti e orario degli spettacoli si rimanda al sito del Piccolo Teatro.

Chi era l’autrice della pièce
Nathalie Sarraute è nata in Russia, a Ivanovo, a nord est di Mosca, il 18 luglio del 1900 con il nome di battesimo di Natacha Ilinitchna Tcherniake, da una famiglia ebraica. I suoi genitori si sparano quando ha appena due anni e Natacha segue la madre prima a Ginevra e poi a Parigi dove si laurea in Giurisprudenza nel 1925 per poi intraprendere la professione di avvocato. Raymond Sarraute è l’uomo che sposa nello stesso anno. I due resteranno insieme fino al divorzio del 1941 e avranno tre figlie. Gli anni ’20 sono gli stessi in cui Natacha, ormai naturalizzata Nathalie, si avvicina alla letteratura accostandosi a Proust e Joyce.

Con l’invasione tedesca del 1940, Nathalie non può più lavorare a causa delle sue origini e per lei inizia un periodo di frequenti spostamenti pur restando sempre in Francia. Finita la guerra inizia la sua nuova vita come saggista e autrice di romanzi. Due suoi testi, pubblicati nel 1947, avranno la prefazione scritta da Jean Paul Sartre.
Nei suoi scritti Nathalie Sarraute riflette spesso sul linguaggio, come avviene ne “L’usage de la parole” (L’uso della parola” del 1980) dove si sofferma sulle frasi fatte e su cosa comunicano agli altri, ben oltre il loro significato universalmente riconosciuto. La riflessione sulla parola prosegue anche nel testo che ispira la pièce del Piccolo e che data 1982.

Nathalie Sarraute è stata anche autrice di romanzi che rivoluzionano e stravolgono l’idea e la forma stessa di questa narrazione come avviene per “L’Ère du supçon” (L’età del sospetto, 1956). Altri suoi scritti hanno toccato temi come la memoria, la complessità nei rapporti umani e la violenza dei sentimenti. Si è spenta a Parigi il 19 ottobre 1999.

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