Bertolaso contro le cooperative dei medici: è scontro sui contratti illegali

Bertolaso si scaglia contro le cooperative medico-sanitarie per quanto riguarda i contratti illegali: la stoccata dell’assessore.

Il punto è nei numeri: 800 domande per 235 posti di lavoro. Il ruolo è sempre lo stesso: medico di Pronto Soccorso Emergenza-Urgenza negli ospedali di Milano. A dare il via a tutto questo l’assessore alla Sanità della Regione Lombardia Guido Bertolaso. C’è un conto aperto, diciamo pure una faida, tra il rappresentante della Regione e le cooperative mediche.

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Bertolaso contro i medici gettonisti (ANSA) milano.cityrumors.it

Il problema sono i cosiddetti “medici gettonisti”. Quelli che, secondo Bertolaso, hanno degli accordi “illegali” – così li ha definiti – rispetto agli stessi colleghi del settore. Cosa succede: saranno introdotte forti penali per quei giovani che avessero deciso – con contratti alterati – di lavorare direttamente negli ospedali.

Bertolaso attacca le cooperative

Il punto, secondo Bertolaso, è il seguente: “È una cosa immorale vedere fianco a fianco negli ospedali pubblici da una parte medici di pronto soccorso e sala operatoria con stipendi bassi, dall’altra parte i gettonisti che guadagnano fino a 1500 euro per 12 ore di lavoro. Molti – aggiunge Bertolaso – lavorano la notte in ospedale e guadagno 1500 euro, poi vanno in un altro ospedale e lavorano durante la giornata. Incuranti di livelli di stress e distrazioni possibili derivanti dalla stanchezza”.

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Bertolaso interviene sui contratti illegali (ANSA)

L’intemerata dell’assessore prosegue: “Questi signori in pochi giorni guadagnano 5-6mila euro e nel resto del mese fanno altro. Insomma il problema è l’attendibilità della professione. Serve concretezza e lucidità, per questo i nuovi posti di lavoro per medici avranno un guadagno lordo di 40-80 euro l’ora, nella speranza che la pratica dei gettonisti trovi un freno.

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La guerra ai gettonisti

Bertolaso si è detto molto soddisfatto del lavoro intrapreso per provare ad arginare questa pratica. “Siamo la prima Regione – chiosa – che prova a fare una cosa del genere. Non solo su Milano”. La strada da fare è ancora lunga, ma il viatico – secondo le istituzioni – sembra essere quello giusto. Una sferzata per consentire maggiore organizzazione e smaltimento al fine di evitare sovraccarichi eccessivi di lavoro e sperequazioni: in questo momento c’è troppo divario economico fra un tipo di contrattualizzazione e l’altra a parità di professione.

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