Udinese-Milan, cori razzisti contro Maignan: cos’è successo alla Bluenergy Arena

Udinese-Milan, cori razzisti all’indirizzo del portiere rossonero Mike Maignan: l’arbitro sospende il match.

Udinese-Milan si macchia di un episodio spiacevole che in molti credevano cominciasse a essere un problema superato. Invece la piaga sociale del razzismo è più viva che mai: chiedere a Mike Maignan. Il 29enne di Caienna, portiere rossonero, è stato vittima di cori razzisti da parte dei tifosi dell’Udinese.

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Maignan vittima di razzismo (LaPresse-MilanoCityRumors.it)

Precisamente la curva dei tifosi di casa ha preso di mira l’estremo difensore per diversi minuti. 5 sono stati quelli di interruzione da parte dell’arbitro dopo che il portiere ha fatto presente la cosa. Al 26′ è stato detto al direttore di gara dallo stesso estremo difensore che c’erano problemi. Segue un primo annuncio con la richiesta di rispetto e tolleranza da parte dello speaker dello stadio.

Razzismo a Udine: preso di mira Mike Maignan

Non è bastato. Quattro minuti dopo una seconda avvisaglia, sempre accompagnata dall’annuncio del telecronista, ma senza successo. Allora al 33′ la partita è stata interrotta. Sospesa per 5 minuti in attesa che le autorità riscontrassero un ravvedimento dei tifosi. 300 secondi dopo la gara è ripresa non senza lo sdegno di molti: un comportamento inqualificabile che il Milan stesso ha tenuto a sottolineare su Twitter.

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Cori razzisti per il portiere di Caienna (LaPresse-MilanoCityRumors.it)

“Nel nostro gioco – scrive la società rossonera sul noto social – non c’è spazio per il razzismo. Siamo sconvolti”. Il celebre social, fu Twitter attuale X, ha poi lasciato spazio a commenti e reazioni. Non è la prima volta che i rossoneri si ritrovano in una situazione del genere. Qualche anno fa anche a Balotelli successe una cosa del genere.

Partita sorpresa per 5 minuti

Ancora prima a Kevin Prince Boateng. Entrambi hanno interrotto il gioco, da quel momento le autorità calcistiche hanno iniziato ad adottare una politica ben precisa. Il campo ha dato un risultato chiaro, molteplici invece sono le ombre riguardanti una piaga sociale che ancora è presente. Sedimenta in morissimi tifosi che poi esprimono nella maniera peggiore allo stadio. Situazione che va risolta, nel caso specifico sono attesi possibili provvedimenti per i friulani.

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Deciderà il Giudice Sportivo. Nel frattempo dello stesso problema, qualche anno fa in Lega Calcio, ne aveva parlato Fiona May. Atleta che venne invitata in FIGC a chiarire cosa fosse necessario fare. Da allora sono stati intrapresi molti sentieri per arginare il problema. Ci si è riusciti solo in parte: gli spalti sanno essere ancora ricettacolo di intolleranza e pregiudizio. Due qualità che attendono solo il triplice fischio.

La parola “fine”, però, si scrive soltanto con la collaborazione e la capacità di tutti. Il razzismo non può essere la risposta, in nessun caso. A maggior ragione dove regna la passione e anche del sano divertimento. Quando succedono queste cose, però, non ride più nessuno.

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