Lite fra coinquilini finisce in tragedia, 32enne marocchino ucciso a colpi di cacciavite: arrestato un 48enne

Paura a Fizzonasco. Lite fra coinquilini finisce in tragedia: a perdere la vita Emanuele Pieve, marocchino di 32 anni. Arrestato un 48enne.

Problemi di soldi, vecchi sospesi e altrettanti rancori sono stati fatali per un 32enne marocchino. Emanuele Pieve perde la vita nell’incredulità generale. Inizia tutto con un litigio nell’officina di via Marino 19 dove uno dei due lavorava alle dipendenze di un sudamericano che sembra essere estraneo ai fatti, parte la lite.

Carabinieri
32enne ucciso a colpi di cacciavite (ANSA-MilanoCityRumors.it)

Prima i toni accesi per delle vecchie pendenze, poi le mani addosso e infine l’attimo di follia. Un cacciavite fa il resto e l’epilogo di questa storia è il più tragico possibile. Artefice di tutto un 48enne su cui rimane il massimo riserbo, ma era chiaro fin da subito che tra i due c’era una profonda conoscenza. Rapporto che Pieve ha pagato con il prezzo più alto.

32enne marocchino ucciso nel Milanese

Dopo l’uccisione, il 48enne carica Pieve nella sua macchina e lo porta nell’abitazione che condividono per depistare le tracce. L’immobile è in via Pavese 42. Una volta arrivati a destinazione, vengono coinvolti i titolari della pizzeria adiacente. Una richiesta d’aiuto che nasconde ben altro. Il ragazzo non si è sentito male, è stato ridotto in fin di vita.

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48enne arrestato (Milano.cityrumors.it)

Le autorità competenti se ne accorgono e, dopo aver accertato l’inutilità dei soccorsi all’Humanitas di Milano, ne determinano il decesso. Il 48enne – artefice di tutto – viene arrestato. I Carabinieri di Corsico stanno ancora indagando per capire l’esatta dinamica dell’omicidio, ma le accuse sembrano essere inoppugnabili. Il ragazzo è arrivato al nosocomio in condizioni già gravissime, anche se si cerca ancora di determinare l’esatta causa del decesso.

La lite in officina prima del depistaggio

Le ferite alla schiena, causate dal cacciavite, devono essergli state fatali. Un’amicizia finita male, un legame intenso. Quasi morboso. In grado di scacciare il lieto fine e presentare il conto nella maniera peggiore. Un’incomprensione può cambiare – o mettere fine – a una vita, ma non alla sete di Giustizia che questo comporta.

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I familiari di Pieve vogliono ulteriori risposte e una pena definitiva. Le prossime settimane saranno determinanti. anche se tutto sembra essere fin tropo chiaro, la risposta a un drammatico epilogo potrebbe risiedere nelle sfumature più impensabili dell’efferatezza. L’officina, invece, di riparare ha distrutto.

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