20enne precipitato e morto in un dirupo dopo una lite: per i giudici non c’è nessun colpevole

Sono stati tutti assolti. Nessun colpevole per la morte del 20enne Mamadou Liam Thiam, detto “Bara”, deceduto nel 2017 dopo essere caduto in un dirupo alto 18 metri

Stava scappando da qualcuno dopo una lite avvenuta alla festa del paese. Il 20enne di origini senegalesi, conosciuto dagli amici con l’appellativo “Bara”, Mamadou Liam è morto dopo essere precipitato da un dirupo alto 18 metri. Il fatto accadde nell’estate del 2017 ed oggi, durante il processo d’appello, è stata “cancellata” (per difetto di procedibilità) anche l’unica condanna comminata in primo grado.

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Mamadou Liam Thiam “Bara”, morto dopo essere precipitato da un dirupo mentre fuggiva dai suoi presunti aggressori. Tutti assolti a processo – milano.cityrumors.it

Nella sentenza d’appello pronunciata ieri dai giudici del Tribunale di Brescia non c’è nessun responsabile per la morte del giovane che nella notte tra il 22 e il 23 luglio 2017 dopo aver scavalcato un muretto della Strada Provinciale di Ubiale Calanezzo, (Bergamo) precipitò per 18 metri perdendo la vita. Bara quella sera stava fuggendo via da alcune persone che lo stavano inseguendo.

Nessun colpevole per la morte di “Bara”

Il corpo senza vita di Mamadou Liam Thiam fu ritrovato solo il giorno successivo. Era l’estate del 2017 e 6 anni dopo la morte del giovane senegalese, ieri la Procura di Brescia, contro la sentenza di assoluzione di primo grado, aveva presentato appello chiedendo la condanna per il 58enne Claudio Brioschi, cittadino di Ubiale Clanezzo e unico condannato in primo grado per tentata violenza privata, e il 29enne Raoul Magitteri, originario di Sorisole ma residente in Liguria, assolto anche in primo grado.

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Mamadou Liam Thiam “Bara”, morto dopo essere precipitato da un dirupo mentre fuggiva dai suoi presunti aggressori. Tutti assolti a processo – milano.cityrumors.it

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Per i due la Corte di Brescia si è pronunciata: entrambi assolti dall’accusa di morte come conseguenza di altro reato. Per l’ipotesi di violenza privata, il 58enne Claudio Brioschi è stato assolto per difetto di procedibilità, poiché in seguito alla riforma Cartabia serve la denuncia di parte. La sentenza di primo grado risale al maggio del 2022. Gli imputati alla sbarra sono tre.

Il pubblico ministero Chiara Monzio Compagnoni aveva richiesto una condanna a 11 anni per omicidio preterintenzionale, omissione di soccorso e interferenza nei soccorsi per il 58enne Brioschi. Successivamente il reato di omicidio preterintenzionale fu riqualificata dalla Corte d’Assise di Bergamo in tentata violenza privata e una condanna a soli 8 mesi. Assolto anche l’altro imputato principale, il 29enne Raoul Magitteri, per il quale era stata invocata una condanna a 10 anni, accusato anch’egli di omicidio preterintenzionale e omissione di soccorso. Ultimo imputato assolto è Ingrid Bassanelli. Per lei l’accusa era di omissione di soccorso e una condanna richiesta di 2 mesi.

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I fatti dell’estate 2017

La tragica morte del giovane senegalese Liam “Bara” risale alla notte tra il 22 e il 23 luglio di sei anni fa (2017). Mamadou viveva con i genitori e la sorella Bamby ad Almè (provincia di Bergamo). Quella sera il ragazzo morì precipitando in un burrone, mentre fuggiva da alcune persone dopo una discussione accesa alla festa del paese.

In quelle serate estive a Ubiale Clanezzo, nel bergamasco, si svolgeva il Power Sound Festival. Una manifestazione musicale che attira molti giovani nel paese lombardo. Secondo la dinamica dei fatti, il 20enne Bara durante la lite in paese prese a testate un ragazzo facendogli sanguinare il naso.

Il ragazzo contuso dal senegalese era il figlio di un amico del principale indagato, il 58enne Brioschi, che insieme a lui era nello staff organizzativo del festival di musica. Dalle indagini seguite dai carabinieri della Compagnia di Zogno era emerso che dietro al 20enne c’erano i tre uomini poi finiti a processo a Bergamo. I tre avrebbero inseguito il senegalese fino alla Provinciale per Zogno. Mamadou Liam cercò di seminare i suoi presunti aggressori scavalcando il guardrail che dava proprio sul dirupo. Così, non rendendosi conto di cosa si sarebbe trovato davanti, riprese a correre a perdifiato e precipitò per 18 metri subito dopo. Una caduta mortale per il quale, oggi, nessuno è colpevole.

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