La scomparsa della critica d’arte Lea Vergine, consorte di Enzo Mari

A un solo giorno di distanza dal marito Enzo Mari, si è spenta all’età di 84 anni anche sua moglie, la critica d’arte e curatrice di mostre Lea Vergine.
Era ricoverata all’ospedale San Raffaele e il decesso è stato causato dalle complicazioni dovute al coronavirus. 

Era nata a Napoli nel 1938 e il suo vero cognome era Buoncristiano.
Negli anni Sessanta aveva conosciuto Mari e i due erano andati a vivere insieme in una situazione di “scandalo” secondo la morale di quegli anni. Accusati di concubinaggio, avevano dovuto lasciare la città.
Alla fine degli anni Settanta si erano quindi trasferiti a Milano dove erano convolati a nozze nel 1978.
Lea era stata tra le prime a interessarsi alle nuove forme di arte tanto che già nel 1974 nel saggio “Il corpo comelinguaggio” aveva analizzato la nascita della body art che si stava affermando proprio in quel periodo.

In seguito, oltre alla collaborazione con diverse testate come Il Manifesto e il Corriere della Sera, si era dedicata alla promozione delle artiste donna in un ambiente a spiccata dominanza maschile fino a dedicare loro un saggio dal titolo “L’altra metà dell’avanguardia 1910-1940”.

Lea Vergine a proposito delle donne nell’arte

Il suo studio di via Sant’Agnese, nelle vicinanze di Sant’Ambrogio era frequentato da artisti e artiste come Gillo DorflesArturo Schwartz, e Camilla Cederna.
Proprio a proposito dell’arte, nel corso di una intervista ad Artribune aveva detto: “È il superfluo. E quello che ci serve per essere un po’ felici o meno infelici è il superfluo. 
Non può utilizzarla, l’arte, nella vita. ‘Arte e vita’ sì, nel senso che ti ci dedichi a quella cosa, ma non è che l’arte ti possa aiutare”.

Curioso che non abbia mai scritto di nessuna delle tante mostre organizzate dal marito designer.
“Un giorno dopo la scomparsa del compagno di una vita, Enzo Mari, se ne va Lea Vergine. Un altro pilastro della cultura italiana viene a mancare, ma il suo lavoro nella critica d’arte e nella curatela di innumerevoli mostre lascia un segno profondo”, è stato il commento del Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo, Dario Franceschini. 

Impostazioni privacy