Omicidio Giulia Tramontano, orrore in aula: si vedono le immagini del corpo della vittima dopo il ritrovamento. Impagnatiello in silenzio

Nell’aula di Tribunale Alessandro Impagnatiello è seduto dietro le sbarre in silenzio quando vengono mostrate le foto raccapriccianti del corpo straziato di Giulia Tramontano, uccisa dal reo confesso nella loro casa di Senago

Lo sguardo basso. In silenzio Alessandro Impagnatiello è seduto dietro le sbarre dell’aula di Tribunale di Milano. Il 30enne reo confesso è imputato per l’omicidio della fidanzata, Giulia Tramontano, uccisa al settimo mese di gravidanza con oltre 20 coltellate nella loro casa di Senago.

giulia tramontano
Giulia Tramontano, al via la seconda udienza del processo per il reo confesso Alessandro Impagnatiello. In aula le foto atroci del cadavere della vittima (ansa) milano.cityrumors.it

E’ ripreso questa mattina, lunedì 12 febbraio 2024, il processo a suo carico e in aula parla l’accusa. Davanti a lui, agli avvocati e ai giudici si presentano le prove, una dietro l’altra. Tra queste anche le brutali fotografie del cadavere della 29enne scattate per i rilievi del caso dalla scientifica subito dopo il ritrovamento del corpo.

L’udienza

Il processo al barman 31enne reo confesso dell’omicidio della fidanzata, Giulia Tramontano, è iniziato intorno le 10:00 di questa mattina, lunedì 12 febbraio 2024. L’assassino, fino a condanna definitiva “presunto”, sarà giudicato davanti alla Corte d’Assise del tribunale di Milano.

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Giulia Tramontano, al via la seconda udienza del processo per il reo confesso Alessandro Impagnatiello. In aula le foto atroci del cadavere della vittima (ansa) milano.cityrumors.it

L’uomo è accusato di omicidio aggravato da premeditazione, crudeltà, futili motivi e dal vincolo affettivo, di occultamento di cadavere e procurata interruzione di gravidanza perché nel momento dell’omicidio, avvenuto nel maggio del 2023, la ragazza era in attesa del piccolo Thiago, al settimo mese di gravidanza.

In aula i primi a prendere parola sono stati i carabinieri della sezione omicidi del comando provinciale di Milano. Gli investigatori che si sono occupati del caso hanno ripercorso la notte in cui la vittima è stata uccisa: dagli spostamenti di Impagnatiello da Senago dopo il delitto della fidanzata a Milano per incontrare l’allora amante alle ricerche in rete del 31enne su “come rimuovere le macchie di sangue” o “ceramica vasca bruciata”.

Le foto del cadavere di Giulia

Durante l’udienza di questa mattina, un maresciallo dei carabinieri, chiamato a testimoniare, ha mostrato alla corte e agli avvocati la drammatiche foto che ritraevano il corpo di Giulia martoriato dalle coltellate e poi cercato di dare alle fiamme dall’uomo.

Alla vista delle cruenti immagini la pm Alessia Menegazzo, come riportato anche da MilanoToday, ha chiesto di scorrere rapidamente la slide, a testimonianza dell’orrore di quella immagine. In quei momenti Alessandro Impagnatiello, seduto in silenzio è rimasto con la testa bassa. Non ha guardato lo scempio che ha commesso.

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Prove accolte dalla Corte

Durante l’udienza precedente, i giudici della Corte D’Assise di Milano hanno accolto le prove presentate dall’accusa: 33 testimonianze, nonché video privati, immagini delle telecamere e conversazioni chat. Ma da oggi saranno invece vietate le telecamere in aula.

In tribunale, la precedente volta, Alessandro Impagnatiello aveva rilasciato dichiarazioni spontanee nel corso del processo. Con il volto rigato dalle lacrime aveva detto: “Sono sconvolto e perso, quel giorno me ne sono andato anche io perché, anche se sono qui, non vuol dire che sono vivo, ho distrutto la vita di Giulia e del figlio che aspettavamo”.

Poi il presunto killer di Giulia ha concluso dicendo: “Non chiedo che queste scuse siano accettate ma che possano essere ascoltate. Chiederò per sempre scusa a queste persone finché sarò qui”. In quell’occasione i familiari della vittima, il padre di Giulia, Franco Tramontano e la sorella della 29enne, Chiara Tramontano, avevano lasciato l’aula proprio quando il 31enne stava chiedendo “perdono” per l’atroce delitto commesso.

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