Baby gang a Milano, 4 giovani aggrediti: “Erano in 19, un taxi ci ha salvato”

Una baby gang composta da 19 ragazzi ha aggredito 4 giovani a Milano. Insulti, coltelli e richieste di denaro. Il racconto cruento di Massimo, uno delle quattro vittime: “Un tassista ci ha salvato la vita”

Dieci minuti di puro terrore quelli vissuti da Massimo Manzi, 26enne vittima, insieme ad altri tre amici di una violenta aggressione avvenuta a nella notte tra sabato e domenica scorsi a Milano. Ad aggredire il gruppo di quattro amici sui Navigli 19 ragazzi appartenenti ad una baby gang della città meneghina.

baby gang milano
Baby gang a Milano, in 19 aggrediscono 4 amici: il racconto (ansa) milano.cityrumors.it

La testimonianza di quegli attimi di paura raccontati oggi dal Corriere della Sera giungono direttamente dai ricordi ancora vividi di uno delle quattro vittime, un 26enne napoletano che a Milano lavora per una multinazionale dell’informatica: “Siamo vivi per miracolo, ci ha salvati un taxi”. Il 26enne Massimo parla anche a nome dei suoi tre amici che lo scorso weekend l’hanno raggiunto in città per festeggiare un compleanno.

Dieci minuti di terrore a Milano: baby gang aggredisce 4 giovani. Il racconto di Massimo

Erano arrivati a Milano in tre. Qui hanno incontrato il quarto amico, Massimo Manzi che in città abita per lavoro. Insieme dovevano festeggiare un compleanno in una discoteca sui Navigli quando sono stati assaliti da una baby gang composta da ben 19 ragazzi. Il gruppo di amici di età compresa tra i 23 e i 31 anni, sono tutti originari della Campania: Emilio, Asja, Chiara e Massimo e di certo non si aspettavano quell’epilogo nel cuore della città lo scorso weekend.

baby gang Milano
Baby gang a Milano, in 19 aggrediscono 4 amici: il racconto (ansa) milano.cityrumors.it

Dopo la drammatica vicenda, ora i tre amici di Massimo, che l’avevano raggiunto per il party in città hanno assicurato: “Non saliremo più, mai più a Milano”. Tutto ha inizio la notte tra sabato 18 e domenica 19 novembre dopo una serata trascorsa alla discoteca Apollo. Sono le 4.07 della mattina quando il gruppetto di amici prova a chiamare un taxi. Nessuna auto bianca fuori dal locale.

Massimo racconta al Corriere: “Un uomo della security ci ha consigliato di andare verso via Gola, dove ne sarebbero passate di più, e nel tragitto chiamo il radiotaxi, lunga attesa senza risposta. Anche le app per le prenotazioni fanno i capricci. Così raggiungiamo via Gola al e lì vicino, all’angolo con via Segantini, c’è una fermata del bus. Le mie due amiche ne approfittano per sedersi. La metropolitana di Porta Genova è poco distante ma a quell’ora della notte è ancora chiusa. Mi rimetto al telefono in cerca di un taxi. Fa freddo ed è buio ma siamo in cinque, quindi a rigor di logica non il bersaglio ideale per i malintenzionati”.

Eppure la prima minaccia giunge all’improvviso dalla bocca di un ragazzo che, apparentemente solo, si scaglia contro l’altro amico, Emilio, iniziandolo ad offenderlo con parole omofobe: “Sei trans? Sei gay? Vergognati”.  Subito dopo inizia a. colpirlo con schiaffi in testa sempre più violenti. Gli altri amici intervengo in sua difesa ma anche per proteggere le due amiche da possibili attacchi a sfondo sessuale. Improvvisamente arrivano gli altri componenti della gang. Sono 19 in tutto. Il terrore cresce.

Coltelli, insulti e richieste di denaro. Il tassista eroe salva i 4 amici

Arrivano gli altri della baby gang. Sono 19 in tutto. Si dispongono a ferro di cavallo intorno la pensilina della fermata dell’autobus. Sono nordafricani, “forse italiani di seconda generazione, alcuni minorenni”, ricorda uno delle 4 vittime. Spuntano due coltelli e avanzano pretese: “Dateci 50 euro”, la richiesta in denaro. Ma non terminano qui perché si rivolgono poi alle ragazze che iniziano a molestare con commenti sessisti.

Poi, spiega ancora il 26enne Manzi: “Quando la maggior parte di loro torna ad accanirsi sul mio amico Emilio, che è seduto sopra di me, Asja riesce a buttarsi in strada chiedendo aiuto. La nostra salvezza, perché in quel momento arriva un taxi che si ferma. Il conducente abbassa i finestrini e avverte la banda: “La mia telecamera sta registrando”. Ma la baby gang non molla. Asja sale in auto, le portiere sono aperte e anche noi riusciamo a metterci in salvo, ma una volta dentro scopro che mi hanno rubato la borsa”.

Il tassista che i colleghi chiamano “Lupo”, da vent’anni fa servizio notturno. Si rende conto che uno della gang ha la borsa del giovane e con la macchina inizia a inseguirlo. Il ragazzo poi butta la borsa ma dentro sono spariti ben 300 euro dal portafogli. Il taxi porta a casa le 4 vittime, che subito dopo hanno sporto querela in Questura per rapina pluriaggravata. Massimo insieme ai suoi tre amici ringraziano il tassista: “Senza di lui sarebbe finita male. Ci ha salvato la vita”.

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