Milano ha perso Franco Loi e il suo personale dialetto meneghino

Il mondo della cultura milanese piange la scomparsa del poeta dialettale e critico letterario Franco Loi, avvenuta nella sua casa all’età di 90 anni.

Originario di Genova, dove era nato il 21 gennaio del 1930 si era trasferito a Milano nel 1937 per il lavoro del padre che era ferroviere.
Dopo aver conseguito il diploma in ragioneria si dedica a diverse professioni che lo vedono impiegato come contabile allo scalo merci di Lambrate prima di Genova poi.
Tornato a Milano negli anni ’60 lavora dapprima come addetto alle relazioni pubbliche presso l’ufficio pubblicità della Rinascente e poi all’ufficio Stampa della casa editrice Arnoldo Mondadori Editore.

Sono questi, anche gli anni della militanza politica che lo vedono attivo militante comunista per poi aderire in seguito ai movimenti della nuova sinistra che però abbandona alla fine degli anni ’70, periodo che coincide con il suo approdo alla poesia con la pubblicazione delle prime raccolte dal titolo “I cart” del 1973 e “Poesie d’amore” dell’anno successivo.

Loi decide di scegliere come sua forma espressiva il dialetto milanese che però trasforma alla sua maniera arricchendolo di termini arcaici spesso mutuati da Dante, neologismi frutto dell’influenza di altri dialetti e persino parole di propria invenzione. Per Loi la lingua deve essere lo strumento con cui dare voce alla classe operaia degli anni Quaranta e Cinquanta spesso oppressa e vittima di ingiustizie.
L’opera che meglio raggiunge questo scopo è la raccolta “Stròlegh” pubblicata nel 1975.

Molti anni più tardi, e siamo già nel 2007, con la raccolta “Voci d’osteria”, vincitrice dei premi letterari Librex Montale e Brancati, Loi riesce a rendere in forma poetica il vasto materiale raccolto nel corso di una vita ascoltando le voci della gente comune.
Altri temi che ricorrono nella sua poetica sono la guerra, la presenza del male nella storia e la preghiera rese attraverso uno stile che riesce a combinare il grottesco con la critica e la polemica a sfondo politico e sociale.

Nel corso della sua carriera, che lo ha visto impegnato anche come critico letterario e come collaboratore di riviste e quotidiani, Loi è stato insignito della medaglia d’oro dalla Provincia di Milano, dell’Ambrogino d’oro dal Comune del Sigillo Longobardo dalla Regione Lombardia.

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