Sicurezza Milano, segno antiviolenza può salvare: perché l’annuncio di Franco Gabrielli sorprende

Il caso del segno antiviolenza e l’idea di Franco Gabrielli per promuovere una maggiore sicurezza nella città di Milano. 

Un semplice segnale come quello antiviolenza ha visto come protagonista una giovane e una dipendente del McDonald’s a Milano, precisamente in via Torino.

metro vicino al duomo Milano
Milano e i problemi sulla sicurezza da affrontare e risolvere (ANSA)

Il presunto aguzzino è stato arrestato dopo aver lanciato l’allarme, ma le polemiche per la mancanza di sicurezza in città sono veramente tante. Sulla vicenda, anche a distanza di giorni, è intervenuto Franco Gabrielli.

La posizione di Gabrielli

L’ex capo della Polizia di Stato è il consulente sulla sicurezza nominato dal sindaco Beppe Sala per frenare un’ondata di violenza che sta toccando la città di Milano ormai da più di qualche tempo.

Franco Gabrielli ringrazia però quei cittadini che si sono attivati durante le fasi di grande apprensione e tensione in una notte autunnale in pieno centro a Milano.

Tutto si è concluso nel migliore dei modi quella notte, ma la paura è stata veramente grande: comprendere il gesto antiviolenza e muoversi senza dare nell’occhio, poi l’arresto del presunto aguzzino.

Franco Gabrielli
Franco Gabrielli è il consulente per la sicurezza nominato a Milano dal sindaco Beppe Sala (ANSA)

Tre soggetti che hanno interagito alla perfezione. La vittima che ha avuto la prontezza di farsi avanti. Corrisponde a chi ha la forza di denunciare, i cittadini che non si voltano dall’altra parte e chiamano le forze dell’ordine e la questura che invia al volo due pattuglie“, ha ribadito Gabrielli.

L’ex capo della Polizia di Stato elogia l’operato di quei cittadini che non si voltano dall’altra parte e che denunciano, ma con alcune discriminanti del caso. “Il cittadino non può fare lo sbirro o lo sceriffo e l’operatore delle forze di polizia non può fare l’assistente sociale“, commenta Gabrielli.

Gli obiettivi per la città di Milano

Lo stesso consulente per la sicurezza cittadina spiega quali siano le priorità da seguire in una grande città come Milano. “C’è la necessità che il personale vada in strada perché è questa la richiesta dei cittadini […] Se concepiamo la nostra attività come servizio dobbiamo stare dove il cittadino vuole che noi stiamo, all’ora e nei giorni che vuole e non rispetto alle nostre esigenze“, commenta.

La città è cambiata nel corso degli ultimi anni sono aumentati i reati di vario genere all’interno del capoluogo lombardo. “La vita della città è di 24 ore. Le istituzioni pubbliche devono avere la capacità di capire che i tempi cambiano”, ribadisce l’ex capo della Polizia.

Gabrielli
Gabrielli parla della sicurezza nella città di Milano, il commento dopo l’episodio avvenuto in via Torino e la richiesta di un cambio di passo (ANSA)

L’idea è quella di una soluzione che porti beneficio a chi lavora sul fronte sicurezza, ai cittadini e a coloro i quali giungono in città per tutta una serie di motivi. “Se non ci poniamo nell’ottica di essere al servizio salta tutto. Detto questo, ci sono i diritti dei lavoratori e non vorrei che si tornasse a un passato dove non c’erano neanche gli straordinari“, si legge sul Corriere della Sera.

Al di là delle intenzioni, però, ci sono da raggiungere i risultati, cosa di non poco conto. “Se la città diventerà più fruibile e caleranno i reati predatori violenti avremo conseguito il risultato. Non impressioni o percezioni ma risultati calcolabili e ponderabili. Lo so che è ambizioso“, conclude. Nel frattempo, proprio nella città di Milano, è stato varato un nuovo piano sicurezza con vigili di prossimità e maggiori controlli nei vari quartieri.

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