Oltre un miliardo e 700 milioni di fatture false: come imprenditori italiani e cinesi ripulivano i soldi

Fatture false dal valore complessivo di oltre un miliardo e 700 milioni di euro portate alla luce nell’operazione denominata “Fast & Clean” della Guardia di Finanza. 85 indagati

Sarebbe ben 85 le persone indagate per frode fiscale ai danni dello Stato. La scoperta giunge dopo un’intensa attività investigativa adoperata dalla Guardia di Finanza del Comando provinciale di Ancona, su un’ingente frode fiscale che ha interessato migliaia di aziende soprattutto nel nord Italia.

fatture false
Oltre un miliardo e 700 mila euro di fatture false. Indagati 85 imprenditori italiani e cinesi accusati di frode fiscale. (ansa) milano.cityrumors.it

L’operazione delle Fiamme Gialle, “Fast & Clean”, prende il nome dalla sveltezza delle azioni illecite portate a conclusione da parte di diversi imprenditori italiani e cinesi. Sono oltre 30 le perquisizioni in corso d’opera in queste ore dai finanzieri in diverse province di Italia con particolare attenzione alla regione Lombardia.

L’operazione “Fast & Clean”

I finanzieri impegnati nella maxi operazione, coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ancona, stanno procedendo all’esecuzione di oltre 30 perquisizioni in ben sei Province. Tra queste troviamo: Milano, Varese, Brescia, Monza, Padova e Ragusa.

Guardia di Finanza
Oltre un miliardo e 700 mila euro di fatture false. Indagati 85 imprenditori italiani e cinesi accusati di frode fiscale. (ansa) milano.cityrumors.it

E sono 85 gli imprenditori iscritti nel registro degli indagati con la pesante accusa di frode fiscale. Nell’operazione Fast & Clean la Guardia di Finanza di Ancona ha scoperto fatture false che ammonterebbero, secondo le informazioni in nostro possesso, a 1 miliardo e 700 milioni di euro. 

Di queste false fatture hanno illecitamente usufruito migliaia di imprese italiani e cinesi con l’obiettivo comune di non versare le imposte all’Erario e per trasferire all’estero gli sporchi profitti. L’attività di trasferimento del denaro illecito garantiva la ripulitura del denaro mediante la simulazione di operazioni commerciali fantasma, ovvero mai realmente avvenute. Ma le cui modalità usate assicuravano agli imprenditori coinvolti, sia italiani che cinesi, l’immediata disponibilità del denaro risalente dalla frode fiscale.

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L’underground bank

La strategia illegale usata dagli imprenditori cinesi e italiani di ripulitura del denaro attraverso operazioni commerciali mai avvenute rientrerebbe, come riporta stamani anche il Giorno, nella cosiddetta underground bank, ovvero:

“Il sistema di una banca occulta, al servizio dell’economia illegale, che grazie ad una struttura organizzata e attenta è in grado di trasferire e riciclare elevatissime somme di denaro dall’Italia all’estero, soprattutto la Cina e di utilizzare provviste di denaro contante, rigorosamente non tracciato, per la restituzione, all’impresa destinataria delle fatture false, di parte degli importi dalla stessa bonificati”.

 

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