Delitto del tallio: la Cassazione conferma l’infermità mentale per Mattia Del Zotto

Anche la Corte di Cassazione ha confermato la totale infermità mentale per Mattia Del Zotto, il 31enne che avvelenò familiari e parenti con il tallio alla fine del 2017, nella villa di famiglia a Nova Milanese, provincia di  Monza. Persero così la vita i nonni paterni – Giovanni Battista Del Zotto di 94 anni e Maria Gioia Pittana di 88 – e la zia Patrizia Del Zotto di 63 anni.

Al processo che seguì l’accertamento dei fatti, era emerso il ritratto di un uomo chiuso e poco incline alla socialità che trascorreva il suo tempo rinchiuso nella sua stanza con la sola compagnia di un computer.
Ammise di avere agito per punire la sua famiglia in nome di una non ben precisata impurità e nelle sue azioni fu riconosciuta la premeditazione.

La perizia psichiatrica aveva poi evidenziato l’infermità mentale e Del Zotto era stato assolto in primo grado, sentenza poi confermata anche in appello. Non era tornato libero perché assegnato, per dieci anni, a una REMS – Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza.

La pubblica accusa aveva quindi impugnato entrambe le decisioni sostenendo la seminfermità mentale fino all’epilogo stabilito dalla Corte di cassazione che ha reso definitiva la non imputabilità.

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