Omicidio Fagoni, in aula la moglie che accoltellò a morte il marito: “Ho difeso mio figlio ma…”

A processo per l’omicidio del marito Romano Fagoni, Raffaella Ragnoli che nel gennaio dello scorso anno uccise con sei coltellate il marito in casa, ha raccontato il drammatico evento in aula: “A mio figlio ripeteva “vuoi vivere o morire?”

La sera del 28 gennaio del 2023 la 58enne Raffaella Ragnoli ha preso un coltello in cucina e ha colpito il marito 60enne Romano Fugoni davanti al loro figlio 16enne nella loro casa a Nuvolento, provincia di Brescia con sei coltellate. Prima dell’omicidio la donna aveva registrato con il suo cellulare la lite a tavola tra lei, il consorte e il figlio minorenne nonché i momenti successivi all’accoltellamento.

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Omicidio Fagoni, le dichiarazioni in aula della moglie che uccise l’uomo con sei coltellate in casa davanti al figlio 16enne (ansa) milano.cityrumors.it

I due audio prodotti dal pm Flavio Mastrototaro sono stati ascoltati in Tribunale dove si sta tenendo il processo per omicidio a carico della 58enne Ragnoli e acquisiti dal presidente della Corte Roberto Spanò. Il processo è ripartito ieri, 21 marzo 2024, quando la ex moglie della vittima ha raccontato i fatti con le lacrime agli occhi.

Il racconto di Raffaella Ragnoli in aula

Il racconto drammatico reso dall’imputata 58enne Raffaella Ragnoli in aula è avvenuto ieri, giovedì 21 marzo nell’aula della Corte d’Assise. Come riporta stamani anche il Giorno, la donna accusata per l’omicidio del marito, il 60enne Romano Fagoni, ha detto in lacrime davanti ai giudici: “Gli aveva puntato il coltello alla gola (al figlio ndr) e gli ripeteva “vuoi vivere o morire?” E mio figlio gli ha risposto: “papà, io voglio vivere”.

Omicidio Fagoni, le dichiarazioni in aula della moglie che uccise l’uomo con sei coltellate in casa davanti al figlio 16enne (ansa) milano.cityrumors.it

“Allora ho preso un coltello e gliel’ho puntato per fargli capire che cosa si provava ad avere un coltello addosso. Lui mi ha riso in faccia e mi ha dato una spinta, sono caduta. Mi sono rialzata e ho visto che metteva la mano sul coltello da carne che aveva puntato a mio figlio. Ho pensato che ci avrebbe ammazzato tutti e l’ho colpito. Non ricordo quante volte e dove, ma so che quel coltello non l’avrei lasciato per nulla al mondo“.

“Ho agito per difendere mio figlio”

Un matrimonio lungo 30 anni con un uomo assuefatto dall’abuso di alcool e un passato da drogato, Raffaella Ragnoli ha sempre sostenuto di avere agito per legittima difesa, convinta che il marito 60enne, ossessionato che il loro secondogenito di 16 anni non fosse abbastanza “uomo” e “virile”, gli avrebbe fatto del male.

Ieri durante il processo per l’omicidio del marito incalzata dal presidente Roberto Spanò, la donna ha corretto le sue dichiarazioni dicendo: “Di certo quella sera ho percepito una minaccia. Pensavo solo a mio figlio. Ci ho ragionato ogni giorno, io amavo Romano e mi sembra impossibile essere stata artefice di un omicidio”.

“In quel periodo vivevo un forte stress, avevo mia suocera da accudire, mio marito che beveva, aveva problemi di salute, e litigava con tutti. Io ero distrutta, potrei avere ingigantito, vedendo un pericolo più grande di quanto non fosse”.

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Disposta perizia psichiatrica

I racconti e le affermazioni dell’imputata 58enne rilasciate in aula ieri hanno spinto la Corte d’Assise a disporre una perizia psichiatrica che il prossimo 16 aprile sarà affidata allo psichiatra Giacomo Filippini.

Raffaella Ragnoli, in aula, ha ripercorso la sua storia, da quando appena 19enne, subito dopo il diploma di Ragioneria conobbe colui che sarebbe poi diventato suo marito nel 1992, Romano Fagoni. La donna ha detto: “Era un delinquente, lui stesso si definiva così, e io ne ero rimasta affascinata. Sosteneva di aver sotterrato un kalashnikov, e una volta nel ‘97 me lo puntò. Dopo aver smesso con la coca aveva preso a bere, e in quei casi perdeva il lume della ragione. Diceva che aveva una calibro 38″.

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