Sparò il collega svizzero con il fucile. Cacciatore valtellinese indagato dalla Procura grigionese

L’incidente di caccia avvenne nel settembre del 2022. Un cacciatore valtellinese sparò un colpo con il fucile dal suolo italiano verso il confine svizzero ferendo gravemente un collega. La Procura svizzera riapre il caso: è tentato omicidio intenzionale

La vicenda accaduta in territorio di Villa di Tirano, Valtellina, aveva creato grande scalpore quando un cacciatore di 54 anni colpì un collega 30enne con un colpo di fucile ferendolo gravemente. I due cacciatori erano posizionati, all’insaputa uno dell’altro, in un’area di pascolo dei cervi.

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Sparò da suolo italiano verso il confine svizzero colpendo con il fucile un collega. procura svizzera riapre il caso (ansa) milano.cityrumors.it

L’incidente di caccia avvenne la mattina del 10 settembre 2022 in zona Lüghina, tra Brusio e Villa. La vittima, originario della Valposchiavo dopo alcuni giorni di coma, lentamente si riprese ma nel frattempo la vicenda ha preso una piega giudiziaria. Nei primi mesi del 2023, la Procura di Sondrio archiviò il caso, senza individuare responsabilità a carico del cacciatore valtellinese che sparò.

Procura grigionese riapre il caso

Il colpo di fucile esploso da suolo italiano raggiunse il cacciatore svizzero in territorio grigionese. Questo è quanto appurato da una serie di rilevamenti effettuati lo scorso settembre dalla procura retica. Inizialmente la vicenda, avvenuta sul confine italo-svizzero, tra Brusio e la Valtellina, era stata archiviata dalla magistratura di Sondrio poiché la vittima aveva sporto denuncia fuori tempo massimo.

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Sparò da suolo italiano verso il confine svizzero colpendo con il fucile un collega. procura svizzera riapre il caso (ansa) milano.cityrumors.it

Ma il Tribunale cantonale dei Grigioni ora riapre il caso. La Rsi, la Radiotelevisione svizzera, ha dunque reso noto che “il Ministero pubblico grigionese ha decretato l’avvio di un procedimento nei confronti del cacciatore italiano per tentato omicidio intenzionale. Gli inquirenti si sono riattivati dopo avere appreso dalla legale del 30enne di Brusio che l’indagine oltre frontiera era stata archiviata”.

“Aperto l’incarto, la magistratura cantonale ha avviato accertamenti per stabilire la propria competenza territoriale. Tra settembre e ottobre, è stata fatta una scansione 3D della zona oggetto dei fatti e un’ispezione sul posto per ricostruirli”.

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I rilievi svizzeri

L’emittente televisiva svizzera spiega, come riporta anche il Giorno, che “I rilevamenti effettuati sul caso suggeriscono che il proiettile partito dal territorio italiano ha raggiunto al petto il cacciatore della Valposchiavo su suolo svizzero”. Ad attestare il tutto le macchie di sangue del 30enne rinvenute entro i confini grigionesi nonché la testimonianza di un terzo cacciatore.

Da tali rilevazioni, come si legge in un’ordinanza del Tribunale cantonale, di conseguenza “le autorità di perseguimento penale svizzere, quindi anche la Procura dei Grigioni, non possono essere ritenute territorialmente incompetenti”.

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