Piacenza, trafficavano 100mila dosi di fentanyl tra Cina e Usa: arrestata la “zecca” clandestina. Chi era il capo della banda

La banda di trafficanti di Piacenza è stata fermata. Con lei anche il boss Giancarlo Miserotti a capo dell’organizzazione criminale che smerciava ben 100mila dosi di fentanyl tra Cina e Usa. Le indagini partite dai sospetti sulla sua “zecca” clandestina in casa

Il 51enne piacentino Giancarlo Miserotti, capo boss della banda di trafficanti di fentanyl e di falsari, è stato arrestato. L’indagine era partita dai sospetti sulla sua “zecca clandestina” in casa dove venivano fabbricati soldi falsi. Miserotti insieme alla sua banda commerciavano l’oppioide sintetico che proveniva dalla Cina e diretto negli Stati Uniti.

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Piacenza, 100mila dosi di fentanyl trafficati e i soldi falsi. Arrestato il capo della banda, ecco chi è (ansa) milanocityrumors.it

La Guardia di Finanza di Piacenza ha così bloccato il traffico illegale arrestando in Italia 7 persone tra cui il capo boss Miserotti. Mentre negli Usa sono 11 le persone finite in manette per lo stesso reato. Al centro dei fatti il 51enne piacentino ritenuto dagli investigatori il presunto responsabile dell’importazione degli stupefacenti, in particolare del fentanyl. La droga una volta giunta in Italia, veniva poi esportata negli Stati Uniti, alimentando così il mercato illecito degli stupefacenti. Ma su Giancarlo Miserotti pende un altro capo d’accusa per il quale da qualche anno è stato già condannato, ovvero la falsificazione delle monete.

Droga e soldi: l’operazione delle Fiamme Gialle e della Dea a Piacenza

Non solo lo spaccio di stupefacenti ma anche quello dei soldi falsi al centro dell’indagine condotta dalla Guardia di Finanza piacentina e coordinata dalla Procura di Piacenza che parte dalla segnalazione giunta dall’Ufficiale di Collegamento della Drug Enforcement Administration (Dea) presso l’Ambasciata degli Stati Uniti a Roma. Gli arresti sono stati eseguiti in collaborazione con gli organismi internazionali della DEA americana e la Direzione centrale antidroga (Dcsa).

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Piacenza, arrestato il boss della banda di trafficanti di fentanyl e falsari (ansa) milanocityrumors.it

Al momento Giancarlo Miserotti è rinchiuso nel carcere delle Novate di Piacenza e rischia l’estradizione per essere processato negli Stati Uniti. Negli Usa gravano su di lui diverse accuse: dal traffico di droga, alla falsificazione dei soldi sino alla morte per overdose di un giovane avvenuta sei mesi fa in Ohio. La banda criminale è stata sgomitata dopo mesi di intercettazioni non solo telefoniche e informatiche ma anche ambientali. Al vertice c’era il 51enne piacentino che nello scantinato della sua villa di Piacenza aveva messo su una vera e propria zecca casalinga dove venivano coniate monete false che poi venivano convertiti in bitcoin, una moneta virtuale e in ultimo, in soldi veri.

Ad aggiungere maggiori dettagli sulla scoperta del giro del falsario Miserotti è il sostituto procuratore Matteo Centini che, come riporta stamani il Corriere, ha dichiarato: “Nel seminterrato aveva allestito un laboratorio costituito da stampanti, tornio, presse idrauliche, fornaci, crogioli per fusione e clique per la realizzazione di monete dall’altissimo pregioqualitativo avvalendosi della complicità di altre sei persone: quattro cittadini ucraini, tra le quali la compagna e la figlia della sua compagna, e due cittadini romeni”.

A spiegare da dove provenisse il materiale adoperato da Miserotti per clonare le monete è il colonnello Raffaele Oliviero, comandante del Nucleo Polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza che ha detto: “Miserotti acquistava ingenti quantità di fiorini ungheresi, che fondeva, per riprodurre monete da 5 franchi svizzeri: aveva capito che la lega metallica era molto simile e permetteva la realizzazione di quel taglio di monete elvetiche. Avevano lo stesso peso”.

I soldi nascosti nelle batterie dei monopattini e nei libri. 100mila le dosi di fentanyl esportate negli Usa

Il pubblico ministero Centini ha spiegato che il falsario 51enne una volta creati i soldi finti doveva procedere allo smercio. Dunque, dalla “zecca” di casa le monte false arrivavano in Svizzera nel doppio fondo di automobili o nel vani batterie di monopattini elettrici. Una volta arrivate oltre il confine, venivano immesse nel circuito legale attraverso macchine automatiche per le scommesse sportive, o i semplici Atm per la conversione su carta elettronica in bitcoin.

La riproduzione della valuta era così perfetta da sfuggire alle verifiche delle apparecchiature. La riconversione dei bitcoin in euro veniva successivamente affidata a gente dell’Est Europa che, una volta terminata l’operazione, restituivano al falsario la  somma “legale” e per sé trattenevano una percentuale del 7%. Ma l’indagato piacentino avrebbe fatto da intermediario anche per l’acquisto di fentanyl tagliato con xylazina che veniva smistato a vari acquirenti negli Usa. Gli investigatori hanno calcolato circa 100 mila dosi confezionate e pronte per essere consumate.

Miserotti faceva arrivare la droga anche nelle carceri americane. Ma per riuscirci aveva escogitato un piano infallibile: considerato che nelle strutture carcerarie statunitensi potevano entrare solo libri stampati negli Stati Uniti, Miserotti si faceva spedire diversi libri americani a Piacenza. Le pagine venivano così impregnate dell’oppioide e i libri venivano rispediti in Usa pronti ad entrare in carcere. Qui, infine, dopo aver estratto la sostanza dalle pagine dei libri si procedeva allo spaccio tra i detenuti.

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