Marracash negli stadi è storia: come l’artista ha portato il conscious Rap in Italia

Marracash arriva negli stadi. Il cantautore riscrive la storia del Rap portando un (ex) genere di nicchia nel ruolo del Pop per antonomasia.

Fabio Bartolo Rizzo lo aveva detto, ma ad ascoltarlo attentamente furono in pochi. Il successo a colui che tutti (o quasi) conoscono soltanto come Marracash non è mai mancato, ma la verità di un appeal mai in discesa sta nei piccoli grandi gesti. Quelli che molto spesso vengono sottovalutati, ma in realtà danno la stura a un ciclo.

Marracash stadi
Marracash negli stadi (ANSA-MilanoCityRumors.it)

Il Rap oggi in Italia è inflazionato, ma ha sempre mantenuto una certa “distanza” con il resto della musica. È sempre stata riconosciuta un’alterigia tale a un genere che, invece, sta prendendo sempre più piede che quasi stride con l’evoluzione e lo sviluppo dei tempi. Tasselli che “Marra” – come lo chiamano affezionati ed esperti del settore – aveva messo in fila già da un po’.

Marracash negli stadi tra passato e presente

Quando cantava “Non sei nessuno se poi non passi in radio” era già un accenno di nuova consapevolezza. Il Rap per elevarsi ulteriormente deve arrivare a tutti, togliendosi quella “spocchia” che aveva costruito – relativamente allo Stivale – in mezzo a dissing e schermaglie del passato. Nessuno intende trasformare la scena italiana nella “casa delle bambole” per cantautori.

Stadi Marracash
L’artista riscrive la storia del Rap (ANSA-MilanoCityRumors.it)

C’è, però, bisogno di un altro tipo di confronto. Senza snobbare o sottovalutare quel che è altro da sé. Il Rap ha alla base un messaggio sociale forte che, però, non è detto che non possa mescolarsi a contesti più generalisti. Che non significa, necessariamente, superficiali. Vuol dire aprirsi a nuovi mondi, con gli stessi mezzi, per allargare la cerchia di riferimento non solo ai fan, ma anche a coloro che hanno orecchie per ascoltare un messaggio importante – sempre lo stesso – ma con diversi stilemi e altrettante capacità. Se, in principio, Fibra ha scardinato il muro dei pregiudizi sul genere, Marra – con il favore del tempo – ha arredato un universo a misura di tutti a sua immagine e somiglianza.

La nuova dimensione del Rap italiano

Il Rap come costante scoperta. Un sentiero che Rizzo ha iniziato a percorrere nel 2019 con “Persona”, poi nel 2022 arriva il Premio Tenco grazie all’album “Io, loro, gli altri”. Quel momento è uno spartiacque. Il Rap è sullo stesso piano del cantautorato italiano più profondo. Solo Caparezza, in precedenza, era riuscito nell’impresa.

Ora, però, serve trasformare l’avanguardia in consuetudine. Quindi arrivano “gli stadi” al plurale. Così come le popstar mondiali che non si vergognano di mescolarsi alla massa, anzi la abbracciano per elevare il dibattito. Anche in musica. Questo fa sì che il “conscious Rap” arriva in Italia con la stessa dirompente con cui negli USA è arrivato 10-15 anni fa.

Il riscatto del flusso di coscienza

Il tour di Marracash negli stadi vuol dire alzare l’asticella: portare il “flusso di coscienza” – per dirla alla Svevo e Joyce – laddove con le “barre” non si era mai spinto nessuno. Si parte daallo Stadio Comunale di Bibbione il 6 giugno, passando per lo Stadio Diego Armando Maradona di Napoli (10 giugno), Stadio Olimpico Grande Torino di Torino (14 giugno), Stadio San Siro di Milano (25 giugno), Stadio Olimpico di Roma (30 giugno), per concludersi allo Stadio San Filippo-Franco Scoglio di Messina (5 luglio).

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6 date per il Marra Stadi 2025, altro passo importante dopo il Marrageddon, per affermare che Pop non significa necessariamente approssimativo, ma vuol dire anche e soprattutto popolare. Per questo profondo, almeno quanto un successo mai scalfito.

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