Rumore, il cocktail bar che ti porta indietro nel tempo: gli anni ’60 in un sorso

Arriva a Milano il cocktail bar con vista sugli anni ’60: Rumore, tra live jazz e disco dal gusto vintage, nelle atmosfere di 63 anni fa.

Gli antichi sapori sono una nuova certezza. L’avanguardia è saper guardare al passato adattandolo al presente: c’è chi la chiama esperienza e chi, invece, preferisce definirlo stile. Questo accade quando nelle nuove progettualità architettoniche c’è spazio anche per andare oltre i luoghi comuni, creando alchimie che sembravano perse.

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Rumore, il locale dal gusto retrò (Screenshot Google-MilanoCityRumors.it)

Gli anni ’60 per molti sono alla stregua di uno stereotipo, per altri restano il punto da cui ripartire. Perlomeno sul piano del gusto e dello stile. Da qui si spiega – semmai ce ne fosse stato davvero bisogno – la passione per il vintage e le atmosfere retrò. Quando si deve scandagliare il passato, però, o si cerca di farlo al meglio, oppure un tributo rischia di trasformarsi in un oltraggio: non è il caso di Rumore, il locale a Milano che riporta gli appassionati negli anni ’60.

Rumore, negli anni ’60 con gusto: il nuovo locale che conquista Milano

Una questione di sapori, odori e necessità. Rumore – in zona San Babila – riesce a fermare idealmente il tempo fra specialità e aneddoti in un’epoca che sembra passata, ma in realtà è soltanto in soffitta. L’occasione giusta per rispolverarla quando la contemporaneità cerca riferimenti attuali che prendano le mosse dalle certezze rimaste.

Nuovo locale Milano Rumore
Piazza San Babila torna negli anni ’60 (Screenshot Google-MilanoCityRumors.it)

Una vera e propria riscoperta delle velleità sensoriali, attraverso un percorso di riappropriazione multifunzionale che passa dalla bevanda allo spuntino con particolare attenzione ai dettagli e a ogni sfumatura all’interno di una serata diversa che potrebbe diventare una meravigliosa abitudine senza per questo mai stancare. La musica dal vivo e gli interni conservano un’anima barocca senza scadere nel kitsch.

Una volontà precisa è quella di strizzare l’occhio ai trascorsi evitando di stravolgere i “mostri sacri” del passato: si passa dal jazz a Raffella Carrà con la facilità di un Gin Tonic. Non è colpa della sbronza, semmai è merito della multipotenzialità di un ambiente sempre in divenire. Il progetto è affidato allo studio di architettura Humbert&Poyet, mentre la direzione creativa all’estro di Sara Battaglia e Francesco Cione. Il bar manager, invece, è Sossio Del Prete. Viaggiare nel tempo, con gusto, è possibile. Soprattutto quando basta una metro.

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