Blitz dei carabinieri alla Rsa di Pontida: violenze e maltrattamenti agli anziani

Violenze e maltrattamenti alla Rsa Bramante di Pontida. Vittime dei soprusi gli anziani ospiti della struttura. Il blitz dei carabinieri scattato dopo le intercettazioni audio-video e le denunce. 6 indagati

Nelle intercettazioni telefoniche la voce impaurita degli ospiti della Rsa Bramante di Pontida, provincia di Bergamo, osano domandare al personale: “Perché mi tratti male”? “Perché lo fai?”. Interrogativi a cui non c’è risposta umana e compassionevole. Da queste esternazioni intercettate dai militari dell’Arma dei carabinieri insieme alle denunce presentate e alle diverse telefonate di segnalazioni è partito martedì mattina il blitz dei Carabinieri nella Rsa bergamasca.

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Blitz dei carabinieri nella Rsa Bramante di Pontida. Violenza e maltrattamenti agli anziani ospiti della struttura. Sei persone indagate (ansa) milano.cityrumors.it

La struttura che ha come obiettivo dichiarato quello di “offrire agli ospiti una dimensione di vita nel rispetto delle regole di sicurezza garantendo a tutti qualità, assistenza, benessere e protezione a 360°”, evidentemente ha omesso un particolare, ovvero i maltrattamenti inclusi nel soggiorno ai suoi ospiti. Un orrore vero e proprio in cui, al momento, risultano indagate sei persone.

Gli indagati

Dai controlli effettuati dai carabinieri nella Rsa Bramante di Pontida, sei persone risultano indagate per maltrattamenti. A partite da S.M., la responsabile di struttura e dalla direttrice di area, W.M., entrambe assistite dall’avvocato Fumagalli, gli altri quattro indagati sono Oss – Operatori socio-sanitari – che per lavoro si occupano proprio del benessere e dell’assistenza diretta agli ospiti della struttura.

40enne accoltellato
Blitz dei carabinieri nella Rsa Bramante di Pontida. Violenza e maltrattamenti agli anziani ospiti della struttura. Sei persone indagate (ansa) milano.cityrumors.it

Tra questi quattro, una 34enne J.S. originaria della Costa d’Avorio, è finita agli arresti domiciliari. Attualmente assistita dall’avvocato Francesco Pierotti, la donna, dagli accertamenti degli uomini dell’Arma è risultata quella che, rispetto agli altri colleghi, aveva un comportamento violento con gli anziani.

Mentre, per tutti gli altri indagati è stata applicata la misura dell’interdizione per un anno da ruoli operativi. Tutti e sei gli indagati devono rispondere dell’accusa di maltrattamenti. Domani mattina, venerdì 1° marzo, saranno sentiti in Tribunale dal giudice delle indagini preliminari.

Le segnalazioni

L’orrore di quanto stava accadendo all’interno della struttura di Pontida è emerso a seguito di alcune segnalazioni arrivate da due dipendenti della Rsa ai vertici operativi prima di dimettersi ma anche dalle segnalazioni giunte dalle figlie di una anziana ospite della struttura.

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Blitz dei carabinieri nella Rsa Bramante di Pontida. Violenza e maltrattamenti agli anziani ospiti della struttura. Sei persone indagate (ansa) milano.cityrumors.it

Nello specifico, sarebbe stata una delle ex dipendenti che di sua iniziativa avrebbe denunciato tutto ai carabinieri. La donna ha raccontato ai militari ciò che aveva visto e sentito quando lavorava alla Bramante. A confermare le parole di denuncia della ex dipendente anche l’allora cuoca della Rsa che avrebbe raccontato agli investigatori i maltrattamenti che alcuni degli ospiti erano costretti a subire in silenzio dal personale socio-sanitario.

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Le indagini sulla Rsa di Pontida

Le indagini sarebbero partire un anno fa, a marzo del 2023. I carabinieri della stazione di Cisano Bergamasco e i colleghi del Norm della Compagnia di Zogno avrebbero concentrato l’attenzione su 4 ospiti della Rsa, anziani fragili che venivano maltrattati verbalmente con parolacce. Ma non solo, a questa violenza psicologica si sarebbe aggiunta anche la violenza fisica con schiaffi, calci e spintoni.

Gli ospiti poi venivano cambiati in ritardo o lasciati in precarie situazioni igienico sanitarie. Dalle indagini, gli inquirenti non escludono che tra i maltrattati ci siano anche altri ospiti che, magari, per paura di ritorsioni non abbiano detto nulla ai propri familiari.

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