E’ morto il serial killer di Bolzano, era detenuto a Bollate

Era in carcere da 24 anni e non sarebbe mai uscito, una infezione polmonare subentrata negli ultimi giorni lo ha ucciso a 51 anni nel carcere di Bollate. In questa struttura all’avanguardia dove la reclusione viene concepita a tutti i livelli, come anche in questo caso di odiosi reati, come percorso di consapevolezza e quando possibile di recupero.
Marco Bergamo quando è stato arrestato aveva solo 26 anni ma alle spalle già cinque efferati omicidi a sfondo sessuale. La sua giovinezza era stata complicata da problemi di comportamento e di salute: obesità, boriasi, l’asportazione di un testicolo. Problemi e solitudine che si riempiono solo di odio per le donne, che non riesce ad avvicinare, e per i coltelli.
Il primo omicidio avviene il 3 gennaio del 1985, quando uccide con numerose coltellate Marcella Casagrande, 15 anni.
La seconda vittima è Annamaria Cipolletti, 40 anni, insegnante che arrotonda con gli incontri a pagamento. Bergamo la uccide con 19 coltellate.
Poi tocca alla prostituta Renate Rauch, 24 anni, accoltellata anche lei e sulla tomba della quale sarà ritrovato dopo poco un biglietto: “Mi spiace ma quello che ho fatto, doveva essere fatto e tu lo sapevi: ciao Renate! Firmato M.M.”
La quarta vittima è Renate Troeger, 18 anni prostituta. Viene strangolata, accoltellata e abbandonata in un parcheggio.
Infine cade sotto i suoi colpi Marika Zorzi, anch’essa 18 anni e prostituta. Bergamo la uccide con 28 coltellate il 6 agosto 1992, giorno del suo 26 compleanno.
Dopo l’esame psichiatrico, Bergamo viene riconosciuto capace di intendere e volere nel momento degli omicidi, anche se con una mente fortemente disturbata. Il processo viene trasmesso su Rai 3 e il padre di Bergamo, per la vergogna, si impicca.
Bergamo delle donne dice durante il processo: “La donna è proprio un essere ignobile, egoista, una persona che usa l’uomo, come l’uomo fuma una sigaretta“.

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