Letizia Moratti in visita al Pio Albergo Trivulzio e il punto sui vaccini

Nella mattinata di oggi l’assessore al Welfare e vicepresidente della Regione Lombardia Letizia Moratti ha visitato il Pio Albergo Trivulzio.

Una scelta simbolica sia perché nel pieno dell’epidemia del 2020 il Pat è stato al centro di infinite polemiche legate alle negligenze della gestione pandemica sia perché, da due settimane a questa parte non registra contagi covid. Segno che la campagna vaccinale sugli ospiti e sul personale medico e infermieristico ha prodotto i suoi risultati.

Al Pat sono infatti attivi due ambulatori vaccinali con 60 postazioni ciascuno più uno di supporto con altre 25 postazioni in caso di grande afflusso. Dal 27 dicembre sono sgià state eseguite circa 35.000 vaccinazioni.
“Ho voluto essere sul campo – ha spiegato Moratti – non solo per seguire da vicino quello che sta succedendo, ma anche per portare il mio vivo apprezzamento e quello di Regione Lombardia a tutti gli operatori che sono impegnati in questa faticosa, ma entusiasmante, attività”.

La visita è stata quindi l’occasione per per fare il punto sulla campagna vaccinale in Regione specie all’indomani delle dichiarazioni di Giovanni Pavesi, direttore generale del welfare, che aveva espresso preoccupazione per le defezioni nei confronti del vaccino AstraZneca, ora Vaxzevria.

Ora che, dal 13 aprile, è partita la vaccinazione per la fascia di età 75-79 anni, Pavesi ha riferito che ci sono state defezioni pari al 15% rispetto alle prenotazioni. E proprio su questa cifra è intervenuta Letizia Moratti precisando: Nessun ‘allarme-rinunce’ in Lombardia dunque per AstraZeneca perché ad oggi è meno del 5% dei cittadini che sarebbero vaccinati con questo vaccino a rifiutare effettivamente la somministrazione”.

Il vero cambiamento, a suo dire riguarda la richiesta di maggiori informazioni sul vaccino da parte dei pazienti: “Nel corso delle anamnesi – ha concluso – i nostri medici stanno ricevendo una crescente domanda di approfondimenti su AstraZeneca da parte dei cittadini che però, grazie soprattutto alla competenza, alla chiarezza e alle rassicurazioni del personale medico, accettano nella pressoché totalità di farsi vaccinare”.

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