Via Isimbardi: 26mo pronunciamento sulla vicenda

Per gli abusi edilizi dello stabile di via Isimbardi 31, zona sud di Milano, è arrivato un nuovo pronunciamento del Tribunale di Milano, il 26mo, che dà ragione al Comune. La disputa legale con la proprietà andava avanti da 6 anni.

Il Tribunale penale ha quindi condannato la proprietà a demolire le opere illecite costruite nello stabile e risarcire il Comune che si era costituito parte civile nel procedimento.
Alla proprietà è stato contestato di avere realizzato opere edilizie diverse rispetto al progetto depositato, di aver destinato l’immobile di via Isimbardi alla locazione per uso residenziale anziché a quello produttivo e per aver presentato una falsa conformità del progetto.
Lo stabile era infatti adibito a laboratorio ma la proprietà era intervenuta in maniera illecita realizzando dei piccoli appartamenti che, pur non avendo i requisiti di abitabilità, erano stati affittati a studenti. Altri interventi avevano poi reso inutilizzabili i parcheggi sotterranei.

Arriviamo al 2015 quando il Comune cerca di fermare i lavori attraverso 9 provvedimenti tra ordinanze di ripristino e di sgombero e annullamenti dei titoli edilizi senza che la proprietà li recepisca. Solo tre anni più tardi il Comune decide di procedere alla demolizione delle opere abusive ma una serie di ricorsi della proprietà blocca i lavori.

Da allora in poi si sono susseguiti 15 pronunciamenti da parte del TAR, 9 del Consiglio di Stato, un’ordinanza del Tribunale civile e una sentenza del Tribunale penale.

Solo nel 2020 il Consiglio di Stato aveva confermato il pronunciamento del TAR a favore del Comune che aveva negato il condono alla proprietà per sanare gli abusi edilizi. La proprietà aveva quindi: fatto ricorso contro questo pronunciamento, presentato un altro ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo per chiedere una condanna dell’Italia intera su questa vicenda e presentato una serie di esposti alla Procura delle Repubblica contro alcuni dipendenti comunali.

“Ancora una volta è stata dimostrata la correttezza dell’operato del Comune – ha detto l’assessore all’Urbanistica Pierfrancesco Maran –. Ringrazio l’avvocatura, da anni impegnata con determinazione su più fronti rispetto a questa incredibile vicenda. Incredibile perché non è ammissibile ci vogliano più di tre anni, ricorsi e sentenze, per ripristinare la legalità di uno stabile abusivo, nell’interesse della collettività”.

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