“Buon anno ragazzi!” Un’ironica disperazione.

“Buon anno ragazzi, prova ad avvicinarci al baratro del linguaggio, dei pranzi di famiglia devastati dai rancori, a dare voce al silenzio degli italiani che si ritrovano a Natale, a Pasqua, sotto lo stesso tetto, con lo stesso sangue, ma che spesso scorre accompagnato dall’amarezza, creata da anni di vita e di affetto, che hanno preferito il silenzio al confronto. Ci sono dentro Scola, De Filippo, perché c’è ironia nell’offesa della madre a un figlio, c’è originalità nel dolore di chi prova a vivere facendo finta di nulla, rischiando di diventare esso stesso nulla. La fortuna sarà tutta degli spettatori. Lo dico per un motivo semplice, che ci mette in contatto con gli albori della comicità”. (Francesco Brandi)

Così presenta il suo spettacolo Francesco Brandi e su aggiudica il premio Franco Enriquez 2018 per il teatro contemporaneo (premio attribuito a Francesco Brandi per la drammaturgia e a Raphael Tobia Vogel per la regia).

Un professore di Filosofia oltre a dilettarsi come scrittore, ha una figlia, la moglie è sparita nel nulla senza lasciare tracce e lui, la notte di capodanno, vorrebbe starsene da solo con i suoi “guai”. Arriveranno a fargli visita invece alcune persone e manderanno all’aria i suoi programmi.

I personaggi: Sebastiano Bottari, amico invadente dal cuore grande, Daniela Piperno e Miro Landoni, i genitori di Giacomo, una coppia bizzarra e realisticamente assurda e Camilla Semino Favro, la madre snaturata, la donna che se ne va abbandonando anche sua figli. Giacomo, il protagonista è un padre che si sente solo, un insegnante rassegnato a non realizzare il sogno di diventare scrittore, un figlio, che deve rivolgersi spesso ai genitori per tirare a campare!

Tra amare e allegre risate si arriverà ad un finale davvero coinvolgente che unisce un lieto fine ad una profonda riflessione. È un commedia che vede il suo spettatore interrogarsi, sulla società, sulla vita, sulle relazioni: siamo realmente ciò che vorremo essere o siamo qualcuno perché è la società ad imporlo?

Siamo capaci di dirci le cose come realmente sono? Sappiamo gestire in modo sincero i nostri affetti? O per caso viviamo scontrandoci con le persone che amiamo per una quotidianità che potremmo definire piatta?

Francesco Brandi, classe 1982, un diploma al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, ha recitato sotto la direzione di Giancarlo Giannini, e ha collaborato, tra gli altri, con alcuni dei più importanti registi del cinema italiano come Nanni Moretti, Paolo Virzì e Pupi Avati.

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