Padre Tentorio: il suo assassino preso dopo 10 anni

A dieci anni dall’omicidio di padre Fausto Tentorio, missionario del PIME, originario del lecchese, morto in un villaggio nel sud delle Filippine, è stato arrestato il suo assassino.

Si tratta di Ricardo Boryo Dorado, oggi 65enne, conosciuto come Nene Dorado, a capo di un altro villaggio ai tempi del delitto e tra i principali sospettati fin dalle prime fasi dell’inchiesta.
Secondo quanto riporta Philippine Agency news, l’uomo, sul quale pendeva un mandato di arresto dal 2019, è stato rintracciato sulle montagne di Arakan.

Il missionario italiano si trovava in quella zona delle Filippine da 33 anni e si batteva per difendere i diritti delle popolazioni locali dai soprusi e dallo sfruttamento delle grandi compagnie minerarie e dai proprietari delle piantagioni. Una figura scomoda, dunque, tanto che il sacerdote era stato freddato con un colpo di pistola, nella parrocchia di Nostra Signora del Perpetuo Soccorso, da un killer a volto coperto, a bordo di una moto.

All’epoca dei fatti non ci fu nessuna rivendicazione del delitto ma i sospetti della comunità locale, che vedeva in padre Tentorio il difensore dei propri diritti, andavano in una direzione ben precisa.
Lo aveva ricordato anche Efrem Brambilla, il sindaco di Santa Maria Hoè, il paese del lecchese dove era nato il sacerdote, solo qualche giorno fa, in occasione del decennale dalla scomparsa: “Padre Fausto Tentorio, con l’aiuto della Cei, di alcune Ong e di agenzie governative, riuscì a far riconoscere al governo i diritti dei tribali sulle terre ancestrali rimaste”.

Sulla scia di questo importante risultato padre Fausto si era lanciato in una serie di progetti per la sua comunità come le cooperative agricole, l’educazione sanitaria e l’alfabetizzazione.
Prima di quel fatale 17 novembre 2011 era già stato oggetto di svariate minacce e altrettanti attentati. In sua memoria era nata la onlus “Non dimentichiamo padre Fausto”.

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