Giovani e dipendenza da smartphone

Eures, in collaborazione con la Regione Lazio e il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali ha presentato i dati sulla dipendenza da smartphone.

Un fenomeno che mette a rischio l82% dei giovani italiani.
Lo studio è stato realizzato su un campione di 1.800 studenti, il 22% dei quali rientra già in una fascia di rischio elevato, con un rapporto oramai degenerato con gli smartphone. La percentuale rimanente colloca invece in una fascia di rischio medio.   
Eppure proprio i giovani si rendono conto che la dipendenza da smartphone è un problema per la loro generazione (85%) se non una vera e propria emergenza (43,9%) se si pensa che il 21,6% degli intervistati ci trascorre oltre 8 ore al giorno.

Ma per quale motivo si crea questa dipendenza da smartphone?.
In primis per combattere la noia (46,9%), poi per essere accettati dagli altri (22,5%) o per la semplice incapacità di farne a meno (18,2%).
Il tempo trascorso su questi dispositivi è dedicato ai social, Instagram e You Tube in testa, con un tempo medio stimato tra le 2 e le 4 ore, lo stesso tempo è dedicato alle chat con gli amici mentre le chat con il/la partner occupano 71 minuti del loro tempo. Alla musica si dedicano 113 minuti al giorno e solo 98 ai compiti per la scuola. Ancora, 66 minuti sono dedicati all’informazione e 63 al gioco online. Telefonare prende, in media, 62,9 minuti.

Sul ruolo di vigilanza che dovrebbero avere gli adulti, solo 15% è disposto a far controllare il telefono dai genitori se questi ultimi lo ritengono utile o necessario. Il cellulare è inviolabile, anche in caso di situazioni di rischio, per quasi la maggioranza degli intervistati che non accettano il controllo sui contenuti a cui hanno accesso e non vogliono essere controllati nei loro spostamenti. Il controllo sulle attività social è ammesso dal 55% solo in casi di particolare gravità.

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