Libri: una fotografia dei lettori a Milano

In occasione della rassegna dedicata ai libri BookCity, che animerà la città dal 17 al 21 novembre, sono stati presentati i risultati dell’Osservatorio AIE sull’acquisto e la lettura di libri nella città di Milano.

Il primo dato che si impone all’attenzione è la media cittadina dei lettori che si attesta al 64% contro il 56% di quella nazionale. La statistica ha tenuto conto sia della versione cartacea sia di quella elettronica con gli ebook.
Proprio in questo settore la media milanese si è attestata al 39% contro il 26% del resto del paese.

“Questa indagine un unicum a livello europeo – ha commentato Riccardo Franco Levi, presidente Aie – è il nostro contributo alla città per un dibattito informato, e quindi l’attuazione di politiche efficaci, per la promozione della lettura e del libro a Milano”.
“I dati che abbiamo presentato – ha aggiunto – indicano innanzitutto la ricchezza dell’esperienza cittadina, ma anche alcune disparità tra centro e periferia. Vorremmo che questo fosse il primo passo verso un Osservatorio permanente sui consumi culturali nel Comune di Milano e dell’Area metropolitana”.

Le differenze rispetto alla media nazionale si sono riscontrate anche su altri parametri presi in esame. Per esempio, per quanto riguarda le fasce di età,
si dichiarano lettori l’88% nella fascia 15-17 e l’87% nella fascia 18-24 contro una media del 51% e 81%. Vale lo stesso discorso per il pubblico maturo nelle fasce 55-64 anni (47% contro 31%) e 65-74 anni (31% contro 19%).
Quanto al numeri di libri letti in un anno, i deboli lettori – ovvero chi si ferma sotto la soglia dei tre – è al 24% contro i 42 nazionali.

La distribuzione territoriale dei lettori premia le periferie con il 59% (persone sopra i 14 anni), contro il 58% nelle aree semiperiferiche e il 54% nelle aree centrali e semicentrali.
Da ultimo, se si esclude l’e-commerce, il luogo preferito dove acquistare si conferma la libreria che soffre però di una distribuzione sbilanciata verso il centro città dove si trova il 69% degli esercizi contro il 19% delle aree semiperiferiche e il 12% nelle periferiche.

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