Il futuro visto dai giovani lombardi: i dati in una ricerca

BNP Paribas Cardif ha promosso, in collaborazione con Eumetra MR, una ricerca sul prossimo futuro dal titolo “Next Gen 2030” interpellando i giovani lombardi di età compresa tra i 15 e i 30 anni.

Ne è emersa una visione ottimista con l’80% degli intervistati convinto che si vivrà meglio rispetto a oggi e che si dice certo che la tecnologia farà ulteriori passi in avanti andando a trasformare tutti gli aspetti delle nostre vite purché sia sempre di più a misura d’uomo.
Cosa si immagina nello specifico?: tecnologie che cambieranno il mondo del lavoro, con pc intelligenti, assistenti vocali e sistemi di monitoraggio della salute e del benessere del lavoratore (39%) e lo smart working (55%) alternato con la presenza in ufficio, se non addirittura preponderante (39%). La digitalizzazione porterà anche a una riduzione dell’orario di lavoro, che per tanti intervistati (39%) diventerà di 5 ore al giorno.

Un dato interessante riguarda la convinzione dei giovani che vivremo in una società in cui le discriminazioni di genere saranno pressoché superate, l’aspetto fisico non sarà più fondamentale nelle relazioni sociali (entrambe al 36%) e avere una donna alla Presidenza della Repubblica o del Consiglio (30%) sarà la normalità.

La ricerca ha evidenziato anche l’importanza dell’efficienza delle strutture sanitarie arrivando a immaginare ospedali dotati di sale operatorie intelligenti con assistenti virtuali e tecnologie integrate (35%) e della cure con la riconversione degli studi per mettere a punto il vaccino covid da usare per combattere anche altre malattie (46%).

Sul fronte scuola la metà degli intervistati (54%) crede che nel prossimo futuro cambieranno le materie studiate, in un modello che prevede alcuni giorni in DAD (36%) e altri in presenza, ma in strutture in stile campus/college americano (29%). Anche qui torna il leitmotiv dell’intelligenza artificiale (62%) rappresenterà il corso universitario del futuro. Un futuro con dei rischi individuati principalmente nel mondo virtuale (40%), con il furto dell’identità digitale, seguito dai danni provocati dal malfunzionamento della guida autonoma (35%). Un’altra minaccia è stata invece individuata nelle nuove pandemie (31%).

Il futuro avrà un impatto anche sull’organizzazione delle città che si riempiranno sempre più di aree verdi (41% contro 30%) e di spazi aggregazione e condivisione (37%), e sulla mobilità, con un’intelligenza artificiale che gestirà il traffico anche tramite semafori intelligenti (29%).
Lo stesso ottimismo non si riscontra sempre per l’ambiente. Se da una parte molti immaginano la scoperta di nuove tecniche per riciclare e riutilizzare i prodotti (47%), non mancano, dall’altra, i pessimisti che prevedono un peggioramento del riscaldamento globale e dell’inquinamento (25%, inferiore alla media nazionale del 31%).

La digitalizzazione già avviata nell’universo dei pagamenti compirà poi un ulteriore passo verso l’economia cashless, con il 48% che crede in operazioni che avverranno quasi sempre senza contanti. Secondo i giovani, l’e-commerce diventerà la modalità d’acquisto dominante (il 37% crede che si comprerà tutto o quasi sul web) ma anche l’esperienza fisica potrebbe migliorare grazie a negozi senza casse (29%) o alla vendita a domicilio/in ufficio su appuntamento (23%).

Sul fronte social per il 34% degli intervistati quelli attuali non esisteranno più e saranno sostituiti da altri, ed è ancora più avveniristica la visione di chi crede che ognuno avrà il suo social, impostato come desidera, da condividere con gli amici (29%).

A cambiare sarà poi la casa con tv più grandi, più sottili da stendere e srotolare sul muro (40%), con il cinema che lascerà il passo alla tv on demand (33%). La domotica sarà presente in tutte le case (44%) che saranno più salubri, con sistemi di purificazione dell’aria e di riduzione del rumore (38%) e sostenibili, alimentate esclusivamente da energie rinnovabili (42%).

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