Caso Eitan: mandato di cattura internazionale per il nonno

Nella vicenda che coinvolge il piccolo Eitan dalla scorsa estate si aggiunge oggi un mandato di cattura internazionale emesso dalla Procura di Pavia nei confronti del nonno Shmuel Peleg.

L’accusa per lui è di sequestro di minore, con l’aggravante della premeditazione e coinvolge anche un altro cittadino israeliano, residente a Cipro, di nome Gabriel Abutbul Alon. C’era infatti lui alla guida dell’auto che ha portato il bambino e il nonno dalla provincia di Pavia dove viveva a Lugano per poi partire alla volta di Israele.

Secondo le scrupolose indagini condotte dalla Squadra Mobile, quello che si configura come un vero e proprio sequestro sarebbe stato pianificato nei minimi dettagli. A riprova di questo ci sarebbero diverse intercettazioni telefoniche che confermano la presenza di nonno e autista in Svizzera, a più riprese.
Ci sarebbe poi la testimonianza di una donna israeliana, che vive da anni in Italia, che sarebbe stata contattata dalla nonna materna Esther Cohen per chiedere il suo aiuto nel rapimento di Eitan in cambio di una somma di denaro.

La notizia del mandato, anticipata da Corriere della Sera e Provincia Pavese, arriva alla vigilia di un’udienza, prevista per domani, nella quale il Tribunale della famiglia di Tel Aviv esaminerà il ricorso presentato proprio dal nonno contro la sentenza che aveva disposto il ritorno di Eitan in Italia, sotto la tutela della zia Aya.

Il pronunciamento era arrivato lo scorso 25 ottobre quando il giudice aveva stabilito che: “Con l’arrivo in Israele, il nonno ha allontanato il minore dal luogo normale di vita. Un allontanamento contrario al significato della Convenzione e che, così facendo, ha infranto i diritti di custodia della zia sul minore stesso”. Il gesto del nonno è infatti in palese violazione della Convenzione dell’Aja a tutela dei minori.

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