Sala: minacce sui social dopo le parole sulle manifestazioni no vax e no pass

Gli investigatori della Digos e della Polizia postale, coordinati dal capo del pool antiterrorismo milanese, il pm Alberto Nobili stanno indagando sulle minacce ricevute dal sindaco Giuseppe Sala da parte della galassia No Green Pass e No vax comparse in alcuni gruppi Telegram.

Quello con il maggior numero di iscritti si chiama “Basta dittatura!-proteste” e comprende circa 8mila utenti.
L’accanimento si sarebbe scatenato all’indomani di un’intervista in una trasmissione televisiva nella quale si affrontava il tema delle manifestazioni di protesta che si svolgono ogni sabato contro il green pass obbligatorio e i vaccini in genere.

Le parole usate da Sala in merito sono state: “Che la polizia potrebbe fare solo una cosa, caricarli, cosa che ovviamente io capisco, il prefetto non intende fare. Andando avanti poi dico che servirebbero più uomini e donne della Polizia sul campo per contenerli posto che l’opzione carica non esiste”.
Secondo il Sindaco, a partire da queste dichiarazioni, due quotidiani, nello specifico La Verità e Il Giornale, avrebbero titolato che è favorevole alle cariche contro i manifestanti. Da qui, a suo dire, è nata ed è andata crescendo la campagna di odio sui social. Su questo fronte Sala ha intenzione di agire con una querela.

Sull’entità delle minacce, invece, è entrato nei dettagli in un video della sua pagina Facebook dove ha spiegato: “Ci sono i miei numeri di telefono, la mia email, si parla di decapitazione”.
Al vaglio degli inquirenti ci sono ora i messaggi più violenti postati da una 40na di persone che prendono di mira anche il premier Mario Draghi e il ministro della Salute Roberto Speranza.

A Sala sono arrivati messaggi di solidarietà da parte del presidente di Confcommercio e Camera di Commercio Carlo Sangalli, dalla Cgil e dal governatore Attilio Fontana.
Sulle manifestazioni che animeranno anche questo sabato milanese Sala ha commentato: “Purtroppo non vediamo una fine a queste manifestazioni e la cosa preoccupa molto”.

Impostazioni privacy