Carcere di Bollate: una start up che coinvolge i detenuti

Il carcere di Bollate sta portando avanti un progetto che coinvolge circa 90 detenuti ed è il risultato della collaborazione tra l’azienda che fornisce elettricità NeN e l’impresa sociale Bee4 Altre Menti nata proprio all’interno della struttura per trasformare il tempo della pena in un momento di rinascita.

Da questa sinergia prenderà forma una start up che ha una doppia finalità: favorire il reinserimento sociale dei detenuti e migliorare la qualità del servizio clienti nel processo di sottoscrizione dei nuovi contratti.
Nella sua realizzazione pratica, al termine di un periodo di formazione e affiancamento, i detenuti saranno destinati a mansioni di data entry, validazione documentale, controllo e inserimento delle autoletture.
È inoltre previsto che per questa attività percepiscano uno stipendio che rispetta i requisiti minimi previsti dai contratti collettivi e che sarà in buona parte destinato alle famiglie fuori dal carcere.

In questo, come in altri casi, la cooperativa si propone come ponte verso il mondo esterno. Oggi impiega 120 persone di cui 90 con problemi di giustizia e si è data l’obiettivo di raggiungere il numero di 200 occupati da qui ai prossimi tre anni.
Al momento, tra i progetti portati avanti nel carcere di Bollate ci sono attività legate all’esternalizzazione di alcuni processi aziendali, il progetto RI-GENERA che prevede la revisione, riparazione e rigenerazione di attrezzature professionali legate al mondo del caffè e un laboratorio interamente dedicato ai settori dell’assemblaggio e montaggio componentistica di vario genere, confezionamento e controllo qualità, sviluppato all’interno del reparto femminile.

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