Medici di Base: la Lega torna sulla loro carenza in Regione

Il Coordinatore del Carroccio in Lombardia, Fabrizio Cecchetti, ha rivolto un appello al ministro della Salute Roberto Speranza sul tema della carenza dei medici di base.

“Interi quartieri privi di questo presidio sanitario fondamentale – ha scritto in una nota – cittadini che di colpo non sanno più a chi rivolgersi, costretti a fare i pendolari tra mille disagi per raggiungere il medico di base più vicino”. A conferma delle sue parole ha quindi citato il caso di 800 pazienti, per lo più anziani, che vivono nei comuni pavesi di Suardi, Gambarana e Pieve del Cairo e che devono spostarsi fino a Lomello dopo il pensionamento del loro medico.

“In tutta la Lombardia – prosegue la sua nota – si stimano circa 250mila persone penalizzate. […] Che l’emergenza Covid abbia peggiorato la situazione è chiaro a tutti, ma altrettanto chiara dev’essere al governo la necessità di correre subito ai ripari con soluzioni concrete visto che le borse di studio sono definite a livello nazionale”.

Nel caso della Lombardia, è stato stimato che nel decennio 2018 – 2028 andranno in pensione circa 4.167 medici di famiglia per il quale non è previsto un sostituto.
Su questa questione era intervenuto anche Roberto Carlo Rossi, presidente dell’Ordine dei medici di Milano, che aveva evidenziato il numero elevato di pazienti da seguire e la scarsa disponibilità di borse di studio che spingano i giovani a scegliere questo tipo di professione.
Una preoccupazione sulla quale grava l’eventualità che, in un prossimo futuro, siano i medici di base a dover somministrare i vaccini covid.

Tornando alle argomentazioni di Cecchetti, ha concluso: “Regione Lombardia sta infatti lavorando per risolvere il problema nell’ambito delle proprie competenze. Il ministro Speranza faccia altrettanto. Per esempio, con un piano nazionale di revisione dell’attuale assetto del sistema della medicina territoriale. Meno tagli in sanità, più investimenti: solo così potremo valorizzare la figura dei medici base e garantire una loro presenza soddisfacente negli ambulatori territoriali nazionali”.

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