Brega Massone: processo ter per rivedere la pena alla luce dell’aggravante

Si aprirà il prossimo 23 settembre davanti alla Corte d’Assise d’Appello il processo ter a carico dell’ex primario della Clinica Santa Rita Pier Paolo Brega Massone, accusato di aver operato quattro pazienti senza che ce ne fosse la necessità causandone così la morte, per ridefinire la pena alla luce dell’aggravante dello scopo di lucro.

Massone era stato infatti arrestato nel 2008 e inizialmente condannato all’ergastolo. La Corte di Appello aveva poi rivisto la pena a 15 anni di reclusione allorché l’accusa nei suoi confronti era stata modificata da omicidio volontario a omicidio preterintenzionale.
A settembre 2020 la Corte aveva quindi deciso per una rideterminazione della pena alla luce dell’aggravante. La stessa procedura sarà ora applicata anche al suo ex braccio destro, Fabio Presicci, ritenuto responsabile di due dei quattro decessi e condannato a 7 anni e 8 mesi.

Massone era primario di chirurgia toracica alla clinica Santa Rita ed era stato accusato di sottoporre i pazienti a intervento senza le finalità terapeutiche del caso ma solo per ragioni di carriera e di denaro.
In primo grado era stato condannato all’ergastolo mentre Presicci aveva ricevuto una condanna a 21 anni. La pena era stata poi ridotta in appello alla luce della riformulazione del reato da omicidio volontario a omicidio preterintenzionale, una decisione che aveva scatenato la dura reazione dei parenti delle vittime.

La Procura, quindi, aveva fatto ricorso in Cassazione per riportare il capo di accusa all’omicidio volontario con il ripristino della condanna all’ergastolo, come era stato deciso prima che il processo passasse attraverso il grado di giudizio successivo. Era stata proprio la Cassazione, però, a rimandare gli atti alla Corte d’Appello, due anni fa, chiedendo un processo bis dopo l’iniziale condanna all’ergastolo.

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