Ex funzionario pubblico accusato di atti di vendita falsi per i veicoli

Un uomo di 52 anni, ex funzionario pubblico, è accusato di ben 280 capi di imputazione riconducibili a false attestazioni sui veicoli che gli sono stati notificati a fine aprile, dai Carabinieri della Stazione di Porta Genova.

Le indagini hanno accertato l’esistenza di false certificazioni di passaggi di proprietà di veicoli mai registrati, autenticazione abusiva di atti di vendita e appropriazione indebita delle somme corrisposte dai cittadini.
Tra i reati contestati figurano infatti: peculato, usurpazione di funzioni pubbliche, truffa, uso abusivo di sigilli e strumenti vari, falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici, falsità materiale commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici e falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in certificati o in autorizzazioni amministrative.

Le indagini sono partite da una serie di denunce di cittadini presso diverse stazioni di Polizia a Milano e in Brianza e hanno accertato che l’attività illecita si è concentrata nel periodo 2014-2019. Pur avendo venduto il proprio veicolo, infatti, continuavano a ricevere contravvenzioni e cartelle esattoriali per non aver pagato l’imposta di bollo.

La posizione dell’ex funzionario, aggravata dal fatto di essere un pubblico ufficiale, consisteva quindi nel forzare il sistema informatico della Motorizzazione civile e attestare passaggi di proprietà di veicoli mai effettuati realmente, appropriandosi così indebitamente della somma corrisposta dai clienti sia per i servizi di agenzia sia per gli importi destinati agli Enti pubblici a titolo di imposte.

L’uomo, inoltre, era stato più volte sospeso dalle abilitazioni allo Sportello Telematico dell’automobilista (S.T.A.) che, alla fine, gli erano state revocate definitivamente nel 2018. L’ex funzionario aveva però mantenuto la disponibilità dei sigilli che utilizzava per autenticare atti di vendita falsi utilizzando la sua agenzia che era stata chiusa nel 2019.

Oltre al danno ai privati c’era poi quello agli enti pubblici visto il numero elevato di richieste di archiviazione di verbali presentate con allegati atti di vendita autenticati dal truffatore.
Dalle prime 162 denunce si è accertata un’appropriazione indebita di circa 64mila euro ma si tratta di una stima che non tiene conto di molte operazioni che sono state pagate in contanti.

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