Caso Genovese: la procura respinge il sequestro di 4,3 milioni di euro del suo patrimonio

Il gip di Milano Tommaso Perna ha respinto la richiesta di sequestro di 4,3 milioni di euro avanzata dai pm relativi al patrimonio di Alberto Genovese.

Si tratta del un filone di indagine su presunti illeciti finanziari commessi tra il 2018 e il 2019 assimilabili al reato di evasione fiscale.
Genovese è in carcere con la doppia accusa di stupro dallo scorso 6 novembre. Il primo episodio contestato è quello avvenuto a ottobre nell’attico tristemente noto come Terrazza Sentimento dove la vittima era stata una giovane di 18 anni. Il secondo avviso di garanzia, invece, gli era stato notificato in carcere e riguardava lo stupro di un’altra donna avvenuto a Ibiza dove era presente anche la sua fidanzata. In entrambi gli episodi le vittime erano sotto l’effetto di alcool e droga.

Le indagini di natura fiscale erano nate con l’ipotesi che i redditi da lavoro fossero stati dichiarati da Genovese come redditi da capitale all’epoca in cui era ancora amministratore delegato di Facile.it Holdco Limited. Si ipotizzava che l’ex imprenditore avesse fatto ricorso ai cosiddetti ‘warrant‘, strumenti finanziari convertibili in azioni.

Un’altra ipotesi di reato fiscale riguardava invece la liquidazione di alcune partecipazioni della società Facile.it che sarebbero avvenute attraverso due società di facciata.

Le ipotesi dell’accusa, come si è visto, sono state respinte anche se la Procura, a questo punto, potrebbe ricorrere al Riesame.

Sul fronte giudiziario, al momento sono in fase di valutazione due perizie: la prima riguarda la compatibilità di Genovese con il carcere e fa leva sulla sua disponibilità a intraprendere un percorso di riabilitazione dal consumo di droga; la seconda dovrà valutare gli audio dei filmati recuperati dalle videocamere di sorveglianza della Terrazza.
Per quest’ultima perizia l’udienza è stata fissata al 24 luglio.

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