Disastro di Pioltello del 2018: udienza preliminare e conferma del rinvio a giudizio

Nel corso dell’udienza preliminare sul disastro di Pioltello del 2018, i pm Maura Ripamonti e Leonardo Lesti hanno confermato la richiesta di rinvio a giudizio per 9 persone tra dirigenti, dipendenti e tecnici addetti alla manutenzione di Rfi.

Dovranno rispondere delle accuse di disastro ferroviario colposo, omicidio colposo plurimo, lesioni colpose e violazione delle normative sulla sicurezza. Tra gli indagati figurano Maurizio Gentile, ex ad di Rete ferroviaria all’epoca dei fatti. Una decima persona coinvolta è poi Ernesto Salvatore, all’epoca responsabile del Nucleo Manutentivo Lavori di Treviglio al quale, però, i giudici hanno accordato un patteggiamento a tre anni e mezzo di carcere.

I fatti si riferiscono al deragliamento del treno Cremona-Milano all’altezza della stazione di Pioltello che costò la vita a Ida Milesi, Alessandra Giuseppina Pirri e Pierangela Tadini oltre a provocare il ferimento di altre 46 persone. I rilievi tecnici avevano identificato la causa del disastro nella fuoriuscita di un giunto di 23 centimetri che risultava ammalorato da tempo.
La Procura, quindi, ha ravvisato una serie di omissioni nella condotta della società sia per quanto riguardava la manutenzione sia per quanto riguardava la sicurezza in nome del contenimento dei costi.
Dalle indagini era quindi emerso che la segnalazione del giunto difettoso era stata fatta 11 mesi prima dell’incidente senza poi trovare riscontro nella manutenzione. Gli stessi controlli fatti, inoltre, non erano stati abbastanza approfonditi da capire il grado deterioramento del pezzo e il pericolo per i treni in transito in quella tratta.

Da ultimo la velocità del convoglio, quella mattina del 25 gennaio, era ben oltre il limite consentito per una ferrovia ridotta un quello stato.
Rfi, secondo i pm, avrebbe dovuto quantomeno raccomandare ai macchinisti una velocità inferiore proprio in virtù proprio dello stato del binario.

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