La crisi del settore aereo e le decisioni di SEA

Dopo la timida ripresa della scorsa estate, il settore aereo affronta una nuova crisi.
I dati di dicembre relativi agli scali milanesi di Linate e Malpensa parlano infatti di un calo dei passeggeri che si mantiene nell’ordine dell’82 e dell’89%.

Pertanto SEA, la società che gestisce gli scali cittadini, si è trovata nella condizione di doversi riorganizzare per salvare sé stessa e tutelare al contempo i propri dipendenti anche alla luce di perdite finanziarie nell’ordine di 200 milioni di euro.

Pertanto e di comune accordo, l’azienda e le sette sigle sindacali in rappresentanza dei lavoratori, hanno concordato un piano di salvataggio.
Ci sarà, comunque, un ridimensionamento dell’organico nell’ordine del 20% ma sarà declinato in diverse fasi a partire da questo 2021 e fino al 2025.

Le azioni intraprese:
– Rinnovare per un altro anno gli ammortizzatori sociali in scadenza il prossimo marzo con altre 12 settimane di cassa in deroga. A questa ulteriore scadenza, se sarà possibile, si proseguirà con lo stesso strumento o con altri a disposizione;
-Agevolare il pensionamento di circa 400 persone entro il 2025 che lasceranno l’azienda con 30 mesi di anticipo e, specifica SEA, “senza nessuna perdita retributiva”. Il pensionamento accelerato, nel caso di 150 dipendenti, sarà accompagnato da un piano di incentivi all’esodo volontario;
– Assumere nuovo personale nell’ordine di almeno cento giovani anche se questo passaggio rientra in un piano di ringiovanimento aziendale avviato già prima del covid.

Sea dunque aspetta la ripartenza che però è legata a doppio filo all’avanzata della campagna vaccinale.
In questo senso, un segnale positivo arriva dalla Gran Bretagna dove, proprio grazie all’immunizzazione, le prenotazioni di viaggi aerei stanno già ripartendo.

Da ultimo, i mancati introiti di SEA non sono solo una questione interna dal momento che il suo principale azionista è il Comune di Milano che deve fare a meno di un incasso annuale non indifferente.

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