Pavia: il corpo senza vita di Lidia Peschechera è un femminicidio

La morte di Lidia Peschechera, trovata senza vita nella sua abitazione di via Depretis a Pavia, ha un nome e un colpevole. Si chiama femminicidio e il responsabile è il 28enne con il quale la donna conviveva da poco e che ha già confessato il reato.

L’uomo è stato fermato dai Carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Pavia in un ostello di via Doria – zona Stazione Centrale – a Milano dove si era rifugiato nel timore di essere scoperto.

Gli inquirenti hanno presto capito il quadro indiziario a suo carico anche alla luce dei fatti: l’uomo aveva problemi di alcolismo, era senza fissa dimora e aveva già manifestato atteggiamenti violenti.
Un’amica della vittima ha infatti raccontato agli inquirenti l’intenzione di Lidia di porre fine alla relazione e cacciarlo di casa proprio per questo motivo.

Alla sua localizzazione si è dunque arrivati quando la Procura di Pavia ha concesso l’autorizzazione a intercettare il suo cellulare.
L’uomo è stato trovato in possesso di carte bancomat e tessere spesa, di un cellulare Samsung e di circa 190 euro mentre nella camera affittata sono stati trovati documenti personali della vittima e le chiavi dell’abitazione di via Depretis.
Al ritrovamento del cadavere, infatti, si era arrivati con l’ingresso dei Vigili del Fuoco da una finestra dal momento che la porta di ingresso era stata chiusa a chiave.

Interrogato dal procuratore Mario Venditti e dalla sostituta Diletta Balduzzi l’uomo ha così confessato di avere ucciso Lidia il 12 febbraio, nel corso di un litigio, strangolandola.
Avrebbe poi lasciato il cadavere nella vasca da bagno fino al 15 febbraio continuando a vivere nell’appartamento.
Per non destare sospetti nel datore di lavoro della donna, si era finto lei inviandogli dei messaggi in cui giustificava la sua assenza.
Quindi, dopo aver prelevato delle somme di denaro dal conto della vittima sarebbe arrivato a Milano.

Alla luce dei fatti, l’autorità giudiziaria ha emesso un decreto di fermo per omicidio volontario aggravato. L’uomo si trova ora nella Casa Circondariale di Pavia.

Impostazioni privacy