Varesotto: ragazzino salvato da una sfida sui social

Una sfida online tra minorenni poteva trasformarsi nell’ennesima tragedia nel varesotto dove è stato coinvolto un ragazzino di 15 anni.

L’epilogo è stato scongiurato in maniera fortuita ma efficace. Una ragazzina di Cuneo, che era finita nella stessa chat pericolosa, ha capito il rischio e ha avvisato la mamma che, a sua volta ha allertato le Forze dell’Ordine che sono poi intervenute nel varesotto prima che fosse troppo tardi.

Questa vicenda ha poi scoperchiato una situazione familiare difficile nella quale di fatto, il ragazzino era di fatto abbandonato a sé stesso.
Non frequentava più la scuola da mesi e viveva isolato nella sua stanza in balìa dei social e di internet.

Pertanto è intervenuto il Tribunale dei Minori di Varese che, dopo aver sentito i servizi sociali, ha deciso di sottrarre il minore alla patria potestà per “sostenere il giovane negli impegni scolastici e aiutarlo a uscire dalla situazione di chiusura sociale in cui si trova”. Così si legge nel provvedimento.
Il Tribunale, infatti, ha ravvisato “inadeguatezze manifestate dai genitori nel prendersi carico dei problemi del figlio” e per questo motivo ha disposto “l’affido dello stesso al Comune, con conseguente limitazione della responsabilità genitoriale per gli ambiti sanitari ed educativi”.

Per i genitori, che comunque saranno sentiti dagli inquirenti per questa vicenda, sarà quindi attivato un percorso di supporto per aiutarli a ritrovare il dialogo con ragazzino e prendersene cura con maggiore attenzione.

“Il fenomeno delle challenge online, le sfide estreme, è in costante e preoccupante aumento e spinge gli adolescenti a fare scelte tragiche – ha commentato il presidente del Tribunale per i minorenni Maria Carla Gatto – alcune delle quali fortunatamente sono state intercettate in tempo”.

“Il messaggio da mandare – ha continuato – è che non si può delegare la promozione di azioni di contrasto soltanto alla scuola, ma è necessario restituire alle famiglie il loro ruolo di primaria agenzia educativa guidando i figli a utilizzare correttamente le tecnologie e ad acquisire la consapevolezza dei rischi che si corrono in rete e della rilevanza penale di certe condotte”.

Tutto questo sarà possibile anche e soprattutto formando all’uso delle nuove tecnologie e degli strumenti per usarle in modo corretto, primo tra tutti il parental control, già disponibile su tutti sugli apparecchi ma ancora sconosciuto ai più.

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