Omicidio Pozzi del 2016: assolta la figlia

Si è chiusa con l’assoluzione per “non avere commesso il fatto” la vicenda che ha visto protagonisti Maurizio Pozzi, nome noto di punta del settore calzature milanese e di sua figlia Simona accusata di essere la mandante del suo omicidio.

I fatti risalgono al mese di febbraio del 2016 quando l’uomo viene trovato nel suo appartamento di via Gian Rinaldo Carli, zona Affori, con il cranio sfondato.

In una prima fase di indagine, gli inquirenti avevano pensato a un tragico incidente.
Lentamente, però, l’attenzione degli inquirenti si era spostata sulla donna anche alla luce delle continue incomprensioni e liti tra i due, l’ultima delle quali aveva richiesto persino l’intervento dei Carabinieri.

Al centro dei contrasti la gestione del patrimonio di famiglia, stimato intorno agli 800mila euro che Simona Pozzi avrebbe dilapidato nel corso degli anni.
In fase processuale, la donna si è sempre proclamata innocente mentre l’accusa aveva chiesto per lei la pena dell’ergastolo.

Il giudice per l’udienza preliminare di Milano che ha ribaltato il verdetto, il pm Alessandra Del Corvo, è lo stesso che anni addietro aveva condannato Simona Pozzi a 4 anni per un altro reato commesso ai danni del padre: essere la mandante di un pestaggio avvenuto in quel di Piazzatorre in provincia di Bergamo.
Un reato, in quel caso, confermato dalla testimonianza di tale Pasquale Tallarico, pregiudicato milanese che si era autoaccusato del gesto indicando però la donna come mandante.

Impostazioni privacy