Mascherine: sequestro e indagine su una partita a Milano

La Procura di Milano, a valle di un’inchiesta coordinata dai procuratori aggiunti Tiziana Siciliano ed Eugenio Fusco ha disposto il sequestro di 15 mascherine U-Mask complete di filtro in almeno dieci farmacie cittadine e nella sede dell’azienda.

L’accusa per la produttrice, filiale italiana di un marchio inglese, è di frode nell’esercizio del commercio.
Il sequestro, infatti, mira ad accertare con opportune analisi affidate a un consulente se il potere filtrante delle mascherine raggiunge davvero il 99% come dichiarato dal produttore.

L’inchiesta è partita dalla segnalazione di un’azienda italiana concorrente che avrebbe fatto testare quelle mascherine per accertare che il potere filtrante si attesta sul 70%.

Per parte sua, l’azienda oggetto di indagine ha fatto sapere di voler collaborare con l’accertamento della verità e di avere messo a disposizione della Polizia ogni tipo di documentazione richiesta.
Hanno altresì affermato di aver seguito l’iter imposto dal nostro Paese e dal Ministero della Salute per arrivare all’approvazione e alla registrazione delle mascherine come dispositivi medici di classe uno.

In merito al filtraggio, hanno poi precisato che il loro prodotto non è equiparato alle mascherine di tipo Ffp2 o Ffp3 e nella promozione si insiste solo sul fatto che i filtri intercambiabili di cui dispone durano da 150 a 200 ore.

Sulla vicenda si è poi inserito un noto programma delle reti Mediaset che ha fatto testare le mascherine e dimostrato il potere filtrante basso.
A supporto di questa tesi hanno interpellato Federico Pecoraro, vice direttore del dipartimento laboratori prova di Accredia l’ente italiano di accreditamento che ha spiegato:

“Il risultato dei test dipende dal metodo che viene utilizzato per farli e, nel caso specifico di U-Mask, il metodo usato non avrebbe ottenuto il nostro accreditamento”.

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