Incidente ferroviario a Pioltello: ricorre il terzo anniversario

La mattina del 25 gennaio di tre anni fa, un treno pendolari come tanti, partito da Cremona e diretto a Milano porta Garibaldi esce dai binari poco dopo avere superato la stazione di Limito – Pioltello.

Tra i vagoni accartocciati restano tre vittime: Ida Milesi, Alessandra Giuseppina Pirri e Pierangela Tadini.
Proprio sua figlia, diciottenne all’epoca dei fatti, sarà uno dei 46 feriti che la Lombardia e l’intero paese piangeranno quel giorno.

Le indagini, partite all’indomani del fatto ribattezzato in seguito “strage di Pioltello“, saranno affidate al procuratore di Milano Tiziana Siciliano, una delle prime persone ad arrivare sul luogo del disastro.
Sopralluoghi, perizie e interrogatori sveleranno una storia di ordinaria incuria di un tratto ferroviario dove, da tempo, si segnalava la presenza di un giunto difettoso lungo la rotaia.

In quel preciso punto a Pioltello, definito “punto zero”, tre vagoni del convoglio che viaggiava a 140 km/h uscirono dal binario per schiantarsi contro i vicini pali della luce e inghiottire tre vite.
Le vite di tre donne che ogni mattina prendevano quel treno per andare a Milano a lavorare: chi come dirigente medico all’Istituto “Carlo Besta”, chi come impiegata. Le tre vittime avevano 61, 51 e 39 anni.
Due di loro vivevano a Caravaggio, nella bergamasca. Una era di Capralba, provincia di Cremona. La madre di Alessandra Giuseppina Pirri ha vissuto la strage in diretta telefonica sentendo la voce spaventata della figlia che le raccontava cosa stesse succedendo prima che il silenzio avvolgesse tutto.

Lo scorso 16 novembre, in un’aula del Tribunale allestita all’interno della Fiera per garantire spazio e sicurezza anti covid, si è svolta l’udienza preliminare.

Gli indagati sono nove, tra dirigenti, manager e tecnici di Rete ferroviaria italiana oltre alla società stessa che si occupava della manutenzione delle linee.
Dovranno rispondere dei reati di disastro ferroviario colposo, omicidio colposo plurimo e lesioni colpose.
Il sindacato Orsa, un’associazione di consumatori e 103 persone che sono state parte lesa, si sono costituiti parte civile.

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