Prese in ostaggio una guardia in Duomo: infermità mentale

L’uomo di origine egiziana che lo scorso 13 agosto, in pieno giorno, si era introdotto in Duomo e aveva minacciato una guardia giurata con un coltello, è stato definito “totalmente incapace di intendere e di volere”.

Questo l’esito della perizia psichiatrica disposta dalla gip Raffaella Mascarino e presentata oggi dallo psichiatra forense Mario Mantero.

La presentazione dei risultati ha poi evidenziato una evidente pericolosità sociale del 26enne tanto che la misura cautelare tutt’ora in vigore dopo i fatti di agosto dovrà essere tramutata in altra forma di sconto della pena.

L’uomo è in carcere con le accuse di sequestro di persona, resistenza a pubblico ufficiale e porto abusivo d’arma. Nel corso delle indagini, coordinate del numero uno dell’antiterrorismo milanese Alberto Nobili, era emerso che l’uomo soffriva già di disturbi psichici per i quali aveva intrapreso una cura che poi aveva deciso di sospendere.
L’uomo era in possesso di un permesso di soggiorno ottenuto a Savona e si era già fatto conoscere alla Polizia per un furto effettuato all’aeroporto di Malpensa.

Quel 13 agosto, l’uomo aveva già attirato l’attenzione delle guardie a presidio del Duomo perché si aggirava con fare sospetto sul sagrato.
Dopo i controlli per l’accesso, si era lanciato di corsa dentro la Cattedrale inseguito da una delle guardie. In prossimità dell’altare, l’uomo aveva poi rivolto un coltello a serramanico di 10 cm verso la guardia che lo aveva raggiunto costringendola a inginocchiarsi.
Solo l’allarme lanciato dall’altra guardia e l’arrivo della Polizia a rinforzo erano riusciti a fermarlo in un’azione che era durata in tutto circa una decina di minuti.
Le indagini avevano poi escluso la pista terroristica.

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